Ecco cosa rischia Zaniolo: i precedenti di Radu e De Rossi

La giurisprudenza è favorevole alla Roma, pronta a difendere Nicolò. Si attendono le decisioni del giudice sportivo
Ecco cosa rischia Zaniolo: i precedenti di Radu e De Rossi© LAPRESSE
Roberto Maida
3 min

ROMA - Non ha fatto in tempo a godersi la leggerezza dei suoi strappi, il corpo che torna a rispondere agli stimoli come ai vecchi tempi, un derby vissuto da protagonista sfortunato tra il palo e un rigore negato. Nicolò Zaniolo è finito nel mirino del giudice sportivo a causa dei brutti gesti rivolti ai tifosi della Tribuna Monte Mario, presumibilmente laziali, che lo avevano insultato per tutta la partita. L’episodio, documentato da un video pubblicato sui social da Anna Falchi (in serata la soubrette ha sdrammatizzato assicurando di «non voler danneggiare nessuno»), è stato refertato dagli ispettori della procura federale a integrazione del report dell’arbitro Guida. Questo significa che oggi Gerardo Mastrandrea, il giudice sportivo, potrebbe sanzionare Zaniolo con un provvedimento che oscilla tra la multa e la squalifica. Esiste anche l’ipotesi che Mastrandrea non si pronunci, lasciando alla procura la facoltà di aprire un fascicolo e quindi deferire il calciatore, ma in casa Roma si attendono una decisione immediata. E non particolarmente afflittiva.

I precedenti di Radu e De Rossi

La giurisprudenza da questo punto di vista è favorevole: Stefan Radu, difensore della Lazio, pagò una multa di 7.000 euro per aver partecipato ai cori offensivi della Curva Nord alla fine di un derby. Daniele De Rossi, per un gesto simile a quello di Zaniolo indirizzato addirittura alla panchina della Lazio, non venne punito mentre per un dito medio mostrato ai tifosi avversari pagò 7.500 euro. In entrambi i casi le sanzioni non arrivarono dal giudice sportivo, ma a seguito di un deferimento della procura federale, perché gli atti erano stati raccolti in un secondo momento grazie alla prova televisiva. Più lontano e di tenore diverso è il caso italiano di Diego Simeone, che fu squalificato per aver mostrato i genitali e aver bestemmiato. In quel caso fu più l’espressione blasfema a pesare nella valutazione giuridica. Del resto anche in seno all’Uefa lo stesso Simeone e Cristiano Ronaldo beccarono 20.000 euro di multa per l’esultanza volgare dell’allenatore a cui seguì la replica del giocatore tra andata e ritorno di Atletico Madrid-Juventus.

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