Roma, dalla semifinale di Champions alla fragilità attuale: gli errori che pesano

Da Nzonzi e Pastore a Pau Lopez e Reynolds: troppe operazioni  hanno impoverito la rosa (e le casse). E non è solo colpa di Monchi
Roma, dalla semifinale di Champions alla fragilità attuale: gli errori che pesano
Roberto Maida
3 min
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Dalla semifinale di Champions League al settimo posto in classifica, lontano da ogni proposito di rimonta. In tre anni e mezzo la Roma è crollata nelle ambizioni tecniche pur vedendo crescere le perdite di bilancio e l’indebitamento. L’avvilente sconfitta con l’Inter, che nella stagione 2017/18 aveva chiuso il campionato 5 punti dietro, è l’ennesima conferma di un ridimensionamento che chiama in causa tutti gli attori di questa commedia dell’assurdo, del quale l’emergenza Covid è stata solo un danno collaterale..Subito dopo aver sognato il titolo di campione d’Europa, con James Pallotta che si butta nella fontana di Piazza del Popolo per festeggiare l’impresa contro il Barcellona, la Roma ha cominciato a farsi del male con un mercato autolesionistico: il direttore sportivo Monchi, ribattezzato Re Mida, ebbe l’intuizione di pizzicare Zaniolo (su input dell’attuale collega del Milan, Ricky Massara) ma spese poi malissimo i soldi della cessione di Alisson al Liverpool: arrivò una pletora di giocatori sbagliati, da Pastore a Nzonzi passando per il portiere Olsen e i misteriosi Coric e Bianda. Risultato: tutti a casa [...]

La transizione della Roma

[...] Con il passaggio di proprietà, non è andata meglio. Né sul mercato né, di conseguenza, in campo. I Friedkin hanno mantenuto la promessa di trattenere tutti i giocatori migliori. Ma non sono riusciti, almeno per ora, a rilanciare la squadra. La strategia di Guido Fienga, plenipotenziario appassionato ma dichiaratamente incompetente di calcio, ha prodotto un gruppo che ha preso ancora più distanza dal salotto nobile: con Fonseca perennemente in discussione, forse anche oltre i demeriti, la Roma è arrivata settima alla pari con il Sassuolo, salvando la presenza nella neonata Conference League solo grazie alla differenza reti. Il campionato, come hanno poi ammesso diversi giocatori, è stato mollato per inseguire la chimera Europa League, poi perduta in semifinale. L’Inter invece vinceva lo scudetto, con il +29 che Mourinho ha ricordato anche sabato sera. Mourinho, già. Il grande colpo dei Friedkin, la speranza in un futuro felice appesa al passato glorioso di un totem della panchina, ha risvegliato una tifoseria mortificata dall’abbandono gestionale di Pallotta. Ma anche le mosse di Tiago Pinto, individuato grazie al famoso software che ha scoperto un buon curriculum da amministratore al Benfica, non hanno garantito per ora un plusvalore tecnico nonostante la sbandierata sostenibilità.

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