Mourinho: “Collasso psicologico, manca personalità. Voglio restare tre anni”

Le parole del tecnico giallorosso al termine del match contro la Juventus: "Ho detto ai ragazzi che loro devono venire nella mia direzione, non sono io che devo andare verso di loro sotto il profilo psicologico"
Mourinho: “Collasso psicologico, manca personalità. Voglio restare tre anni”© LAPRESSE
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ROMA - Incredibile match all'Olimpico. La Juventus ha battuto la Roma 4-3 riuscendo a ribaltare in sette minuti il risultato. Dal 3-1 per i giallorossi la squadra di Allegri ha capovolto il risultato centrando la vittoria. Nel finale l'espulsione di de Ligt e il calcio di rigore sbagliato da Pellegrini. Al termine del match José Mourinho è intervenuto ai microfoni di Dazn per commentare il risultato.

La prestazione della squadra?
“La posso criticare, non voglio farlo a livello individuale, ma devo farlo. 70 minuti di controllo assoluto, la squadra ha giocato molto bene con una grande mentalità, abbiamo pressato alto e controllato il gioco. Abbiamo fatto molto bene per 70 minuti, poi c’è stato un collasso psicologico. Il 3-2 mi ammazza: Felix ha fatto una partita straordinaria, soprattutto per un ragazzo, ha finito il match con uno sprint con Cuadrado per difendere. Lo cambio e il giocatore che entra al primo minuto sbaglia. Con una squadra con una mentalità forte il problema del 3-2 non c’è, rimani in controllo e in vantaggio, e invece è diventato un problema perché sono emersi complessi, fragilità psicologiche e così via. Sono emersi i problemi derivanti dal non vincere contro le big, che persistono tutt’oggi. Oggi voglio dire che Massa ha fatto un lavoro fantastico, ha gestito bene. Torno alla mia squadra: quando ormai la partita è compromessa si rialza e si rivedono le qualità. In questo spogliatoio c’è gente di valore, se la partita fosse finita al minuto 70 avremmo fatto una prestazione straordinaria, ma la partita non è finita al minuto 70. Ci sono tanti problemi, con le limitazioni in panchina, ora un giocatore è arrivato, la prossima settimana ne arriva un altro. Non sono abituato a questo profilo di squadra, ma sono qui per aiutare i ragazzi”.

La posizione di Felix?
“Lui tre mesi fa giocava nel campo sintetico a Trigoria contro le altre primavere. Lui è un ragazzo umile, vuole imparare, ha bisogno di cose semplici dal punto di vista tattico. Ha fatto quello che doveva fare. Ha creato qualcosa in transizione, ha lavorato bene in difesa. Purtroppo la benzina a questa intensità non è sufficiente per 90 minuti e quando è uscito abbiamo sbagliato una cosa troppo semplice”.

Cosa serve a guarire dalle fragilità psicologiche?
“Non ho mai pensato che bastassi solo io, ho pensato che potesse essere più facile, abbiamo tanto talento e lo abbiamo dimostrato per 70 minuti, ma in rosa manca personalità, anche nei giocatori titolari. Nei tre anni che mi hanno dato di contratto lavorerò ogni giorno su questo aspetto, anche con l’aiuto della società. Ora è arrivato Maitland-Niles, poi arriverà un giocatore di centrocampo di alto livello, che ha personalità e può aiutarci a uscire dalla comfort zone del sesto-settimo posto. Ho detto ai ragazzi che loro devono venire nella mia direzione, non sono io che devo andare verso di loro sotto il profilo psicologico”.

Mourinho ai canali ufficiali della Roma

Il match?
"Partita fantastica per 70 minuti, siamo stati in controllon con qualità e organizzazione, la Juventus sembrava sotto controllo. Poi abbiamo fatto un errore inaccettabile per il 3-2, Felix ha controllato bene Cuadrado e quando è uscito abbiamo subito sbagliato. Un errore però significa un errore, non altri dieci e invece abbiamo subito un collasso mentale, che fa dimenticare il controllo che abbiamo avuto sul gioco. Un errore individuale e collasso psicologico: è la nostra fragilità, in squadra in troppi soffrono la pressione. Sono molto triste per i romanisti, io posso dire solo che non mi fermo nel lavoro che sto facendo. Abbiamo bisogno di tempo per migliorare a livello psicologico, ma qualche personalità è difficile da cambiare. Però a poco a poco".


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