Roma, Abraham e il 2022 da big: solo Montella e Batistuta meglio di lui

Quattordici gol messi a segno nella prima parte della stagione: l'ex Chelsea è pronto a prendersi la squadra sulle spalle
Abraham© LaPresse
2 min

ROMA - Per uno cresciuto a pane e Chelsea, con la foto di Drogba nel cassetto, non dev'essere facile convivere con il fardello della sconfitta. Tammy Abraham non è abituato a perdere e ripudia il concetto stesso di resa. Sprona i compagni e si arrabbia con sé stesso quando le cose non vanno bene, come ha dimostrato uscendo dal campo domenica sera (dopo aver giocato una grande partita) con quel calcio al cartellone pubblicitario denso di rabbia agonistica. Tammy, al contrario, è abituato a vincere: ha iniziato nelle giovanili blues, poi ha continuato ad alzare coppe in prima squadra. E la sua faccia ringhiosa, mostrata ieri sui social per smaltire il doloroso ko contro la Juve, sa tanto di chiamata alle armi per l'ambiente giallorosso: «We must continue to fight» ha scritto nelle stories di Instagram. In italiano, «dobbiamo continuare a lottare». A soli 5 mesi dal suo arrivo nella Capitale, Abraham ha deciso di caricarsi la squadra sulle spalle.

Lo sprint di Abraham

Il tempo dell'ambientamento è finito da un pezzo - se mai ci fosse stato, visto che Mou a fine agosto l'ha schierato titolare nella prima di campionato con un solo allenamento sulle gambe - ora Abraham può iniziare a contare i gol. E sono tanti, tantissimi se paragonati a quelli siglati nelle stagioni d'esordio da altri simboli della Roma. Includendo nella statistica Serie A e Conference League, l'ex Chelsea ha realizzato 14 gol in 27 presenze. Il 2022, poi, non poteva iniziare meglio di così: rete al Milan fuori casa e bis, pochi giorni dopo, alla Juventus nel giardino di casa: un "uno-due" alle strisciate degno dei bomber d'alto rango. Ma a differenza di Bergamo la Roma non ha raccolto punti. In generale, la sua media di un'esultanza ogni 145' va applaudita se messa in relazione proprio con gli attaccanti del passato, molti dei quali faticarono nel primo approccio con la Città Eterna. Anche perché, come ha ribadito di recente Mourinho, «gioca in una squadra che non è dominatrice, a differenza di quando era in Inghilterra» (...)

Tutti gli approfondimenti sull'edizione del Corriere dello Sport-Stadio


© RIPRODUZIONE RISERVATA