© AS Roma via Getty Images
ROMA - Si è puntato l’indice alla tempia, perché fosse immediato il concetto da trasferire: «Chi è quel matto che ha scritto che Spinazzola poteva tornare a novembre?». Lo ha detto (o meglio sperato) proprio Leonardo, signor Mourinho: «Allora il matto è lui». Tra il serio e il faceto della lunga conferenza stampa che ha preceduto Roma-Cagliari, c’è stato tempo e modo per parlare del grande assente, l’esterno della nazionale italiana campione d’Europa. Nonostante le più rosee previsioni, già smentite in autunno dal professor Lempainen che gli aveva ricostruito a luglio il tendine d’Achille, Spinazzola non potrà tornare a giocare prima di inizio marzo, cioè a otto mesi dal doloroso incidente di Italia-Belgio.
Tra pazienza e cautela
«Tutte le volte che lo incontro a Trigoria, gli dico: Leonardo, manca un giorno in meno al recupero - ha continuato Mourinho - ma la sua lesione è molto difficile da guarire. La convalescenza non procede secondo una linea retta ma va su e giù. [...] In ogni caso la notizia non è buona per Roberto Mancini, che sperava di recuperare il miglior esterno dell’Europeo in tempo per gli spareggi mondiali. Ma quasi certamente non potrà convocarlo perché secondo il protocollo previsto dai medici finlandesi Spinazzola dovrà assecondare un rientro agonistico graduale: prima una decina di minuti, poi venti e così via. Il calendario non gli lascia grandi possibilità: Italia-Macedonia si gioca il 24 marzo. Sarà la stessa Roma a evitare ogni tentazione. [...] In fondo non è importante che Spinazzola recuperi per una partita o l’altra, ma che recuperi completamente, come gli ha promesso il chirurgo il giorno in cui lo operò a Turku.
Tutti gli approfondimenti sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio