Abraham è la vittoria di Tiago Pinto. Gol e clausola, la risposta allo scetticismo

Il centravanti inglese ha già realizzato diciassette gol senza rigori (e con sette legni). È entrato nel cuore dei romanisti e per il gm è una rivincita verso le inizialil critiche
Abraham è la vittoria di Tiago Pinto. Gol e clausola, la risposta allo scetticismo© AS Roma via Getty Images
Jacopo Aliprandi
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ROMA - Un impatto travolgente nella Roma e nel calcio italiano, un rendimento sorprendente alla sua prima stagione lontano dall'Inghilterra. Un acquisto centrato in pieno per sostituire Dzeko e rinforzare la squadra. Tammy Abraham si è preso la scena a suon di gol, di giocate importanti e di un legame ben saldo con la Roma dopo solamente cinque mesi dal suo sbarco nella capitale. Lo scetticismo dei tifosi si è trasformato in entusiasmo, ma per alcuni anche in preoccupazione: "Il Chelsea se potesse lo riprenderebbe anche subito. Godiamocelo per queste due stagioni finché possiamo". Le prestazioni del centravanti inglese - di soli ventiquattro anni - hanno portato i romanisti a pensare già alla clausola rescissoria da 80 milioni che i 'blues' eventualmente potranno sfruttare dal 2023.

Già il solo pensiero di poter rimpiangere una clausola da tale cifra dà l'importanza del colpo chiuso dalla Roma in estate dopo giorni di trattative, colpi di scena, voli Roma-Londra e riunioni su riunioni. "Con 80 milioni ci rinforzi la squadra, ma non lo trovi un altro come Abraham. Io me lo terrei per 10 anni". Il tifoso della Roma - oggi meno "commercialista" e legato al FFP rispetto al passato - vive le emozioni come una corsa sulle montagne russe: adesso ha stretto un legame importante con Tammy, un amore che - fatta eccezione naturalmente per Totti, De Rossi e bandiere del passato - ha provato poche volte per un calciatore appena arrivato. Un amore che sta a poco a poco facendo dimenticare anche Edin Dzeko, terzo miglior marcatore della storia della Roma ma segnato dai tira e molla di mercato e da stagioni poco prolifiche dal punto di vista realizzativo. Per il bosniaco 13 gol lo scorso anno, 19 l'anno prima e 14 quello prima ancora. Abraham è già a 17 dopo metà stagione. "Finalmente il bomber che tanto sognavamo, un giocatore che da solo la butta dentro e con continuità". E di gol Abraham ne promette tanti altri ancora, con quella spavalderia di chi ha capito che il tifoso romanista vive anche di provocazioni, di frasi a effetto: "Non mi prefiggo mai un obiettivo preciso, punto a dare il massimo perché i gol so che arriveranno. La Roma e i tifosi mi fanno sentire a casa dal primo giorno, gli dedico questi gol". Doppietta e dichiarazione d'amore dopo Empoli, Abraham ha già capito la piazza e come scatenarla. 

E Tiago Pinto e Mourinho avevano capito subito quanto potesse essere importante il suo arrivo. Il gm si è messo in gioco, ha sfidato lo scetticismo di chi non pensava potesse andare in porto una trattativa tanto complessa quanto onerosa per un giocatore ambito da club illustri e sicuramente con un bilancio migliore. "Non potevo tornare a Roma senza Abraham", aveva dichiarato Pinto una volta conclusa la trattativa. Eppure di momenti di stallo ce ne sono stati. Il gm per giorni a Londra per gli incontri con il Chelsea, il ragazzo, la famiglia del ragazzo, i procuratori. La concorrenza agguerrita, i conti che non tornavano per costo del cartellino, la modalità del pagamento, la clausola, poi l'ingaggio del giocatore, la durata del contratto, le commissioni. Numeri su numeri da far quadrare per arrivare alla tanto attesa fumata bianca. Poi a Ferragosto lo sbarco nella capitale con tanto di volo privato pilotato da Dan Friedkin. Costo del cartellino 40 milioni più bonus (per un massimo di 5) con il pagamento dilazionato in quattro anni. Clausola dal 2023 di 80 milioni. A metà stagione ha raggiunto 17 gol e 4 assist e il suo valore non può che aumentare. Adesso la Roma e i suoi tifosi si godono il centravanti dei sogni, uno dei migliori della Serie A e dietro soltanto a Lewandowski per i gol realizzati in Europa senza rigori da novembre a oggi. La vittoria fin qui di Tiago Pinto, una rivincita anche verso quei colleghi che non lo reputavano in grado di lavorare in una piazza così complicata come quella giallorossa. 


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