La mossa di Mourinho che ha fatto rinascere la Roma

Nella vittoria sull’Atalanta si sono visti i frutti del lavoro del tecnico che ha scelto metodi duri ma ha anche valorizzato tanti giovani
La mossa di Mourinho che ha fatto rinascere la Roma© AS Roma via Getty Images
Roberto Maida
3 min

C’era anche una meteora a celebrare la vittoria della Roma. Non è una mica metafora, è la cronaca. Un bolide luminoso si è affacciato davvero, avvistato da tanti nella capitale e anche allo stadio Olimpico, guarda caso subito dopo la fine della partita con l’Atalanta. Agli amanti delle simbologie è piaciuto pensare che il corpo celeste salutasse il definitivo insediamento di José Mourinho, allontanando quel senso di incertezza che aveva riempito i primi mesi della nuova gestione.

I progressi della Roma di Mourinho

D’altra parte la meteora era lassù, non certo nello stanzino che l’allenatore squalificato aveva scelto per osservare la sfida. Mourinho alla Roma non si sente di passaggio: ha promesso ai tifosi di piantare radici solide, capaci di sostenere l’albero delle vittorie, radunando attorno a sé un consenso popolare plebiscitario. Ecco: dopo la seconda vittoria su due contro Gasperini, si comincia a sentire l’odore della primavera. In questo momento Mourinho è quinto, aspettando il recupero dell’Atalanta, e si è messo alle spalle la Lazio e la Fiorentina, con un cambio di passo in campionato che presto gli consentirà di migliorare i risultati di chi lo ha preceduto (Fonseca è ancora a +3 ma lo scorso anno chiuse in picchiata). Le sette partite consecutive senza perdere, e soprattutto gli ultimi due 1-0 firmati Abraham, trasmettono l’idea di una squadra che finalmente ha raggiunto un suo equilibrio. Un livello che può bastare per l’Europa, da conquistare attraverso il piazzamento e anche da onorare nella Conference che riparte giovedì contro il Vitesse.

Il metodo ruvido di Mourinho che ha rivoluzionato la Roma

Ha fatto molto discutere, Mourinho, per i metodi ruvidi utilizzati durante il percorso. Si è scagliato contro arbitri, giornalisti, giocatori, avversari. Ha sconfessato buona parte del mercato del direttore, Tiago Pinto, difeso a parole ma poi nei fatti poco ricompensato. Il suo piano è trasparente: Mourinho conta di completare la demolizione di ciò che non gli va a genio e di procedere con la ristrutturazione da lui ispirata. Sa di avere l’appoggio quasi incondizionato dei Friedkin, che non rinuncerebbero mai ai suoi servigi, e aspetta dalla proprietà qualche rinforzo di qualità per scalare posizioni in classifica, pur conoscendo la situazione delicata del bilancio che ha chiuso il primo semestre a -113 milioni.

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