© AS Roma via Getty Images
ROMA - Tutto è cominciato da lui. Lorenzo Pellegrini ha segnato il primo gol della stagione, nel preliminare agostano di Trebisonda, e anche quello che aveva illuso la Roma a Bodø, nella partita d’andata. Di ritorno da una squalifica strategica, utilizzata per ripulire la fedina disciplinare in vista del doppio colle Napoli/ Inter, Pellegrini si presenta fresco alla serata più importante, nella quale Mourinho spera di ribaltare la sconfitta norvegese per regalare alla Roma la terza semifinale europea degli ultimi cinque anni.
Le ambizioni della Roma e di Pellegrini
Da capitano, Pellegrini è stato il primo a raccontare l’opaca vicenda della rissa da spogliatoio che ha coinvolto l’allenatore del Bodø/ Glimt, Knutsen, e il preparatore dei portieri Nuno Santos, entrambi sospesi in via provvisoria dall’Uefa. «Ci hanno aggrediti, sono scosso - ha spiegato - ci parlano del fair play e poi succedono queste cose. Voglio tanto vincere la partita di ritorno per poter mandare a casa questa squadra». Ma Lorenzo è il primo a sapere, da ragazzo intelligente e calciatore lucido, che non ha senso caricare di tensione l’attesa. La Roma ha le qualità per passare il turno e deve solo pensare al modo più semplice per riuscirci. Di sicuro a Trigoria le motivazioni sono altissime, anche troppo. E’ uno di quei momenti in cui occorre sdrammatizzare, piuttosto che cercare dentro l’anima la giusta concentrazione. [...] Certo Pellegrini, come Mourinho e come tutti i compagni, tiene tantissimo a vincere il primo titolo della carriera con la Roma. Riuscirci nella prima stagione piena da capitano darebbe un gusto ancora superiore. Perciò in questo momento la vetrina di Conference ha la priorità assoluta.
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