INVIATO A LEICESTER - Dimmi cos’è. Non ci crederete ma i tifosi della Roma sono stati accolti a Leicester con le note di Antonello Venditti. Grazie Roma e non solo. Uno dietro l’altro ecco i grandi successi del cantautore, appassionato quanto i 1.600 che negli ultimi giorni hanno raggiunto l’Inghilterra per assistere alla semifinale. Fuori dal pub di High Street, a pochi passi dalla cattedrale e da quella torre dell’orologio che sembra un Big Ben nano, gli astuti esercenti hanno appeso due stendardi giallorossi di benvenuto, con la scritta in italiano che invitava gli ospiti italiani a «farsi un drink»: è la cultura british di avvicinamento agli eventi sportivi, che in molti hanno apprezzato.
Leicester-Roma, il racconto della giornata dei tifosi
Sono arrivati con tutti i mezzi possibili: la maggioranza ha scelto tre voli charter che sono atterrati in mattinata all’aeroporto di East Midlands, a 30 chilometri a Leicester, per poi rientrare in nottata. Altri invece hanno approfittato della partita per una gita a Londra, o anche a Manchester dove i prezzi degli aerei erano più economici. C’erano persone di ogni età e tante famiglie con bambini, alcuni alla prima trasferta estera, rapiti dall’atmosfera di un sogno internazionale. Si sono divertiti, in definitiva: l’1-1 lascia aperta la speranza di spostarsi in massa a Tirana.
Leicester, l'organizzazione
La polizia, sistemata nella piazza accanto con quattro furgoni e una volante, oltre a un cospicuo numero di agenti, sei dei quali a cavallo, ha vigilato per tutta la giornata con discrezione sul comportamento dei tifosi. Davanti a uno dei blindati del Tattical Support Team è stata fissata una telecamera satellitare per riprendere il gruppo, che con il passare delle ore si è fatto sempre più nutrito. Il passaggio al meeting point era obbligato: la distribuzione dei biglietti per lo stadio avveniva lì, dopo un accurato controllo. A seguire i romanisti sono partiti, divisi in gruppi, camminando per una ventina minuti lungo il fiume Sour tra cigni e anatre, sotto lo sguardo incuriosito dei canottieri del vicino rowing club, per poi sistemarsi all’interno del settore a loro riservato. Qualcuno ha scelto anche di muoversi in pullman. Ma c’era libertà assoluta, nel Paese che da settimane ha abolito l’obbligo delle mascherine (quanto è strano stare senza nei locali chiusi). Un esempio di gestione dell’ordine pubblico.
Conference League, nessun incidente
C’era preoccupazione per i possibili incidenti, dopo il precedente di Napoli-Leicester di inizio stagione. Invece è filato tutto liscio, anche allo stadio. Merito di un altro meccanismo divisivo: i tifosi inglesi, che si radunano in un altro pub non lontano dal King Power, sono stati a loro volta controllati da un cordone di agenti, per evitare contatti proibiti con gli avversari. Forse non ce ne sarebbe stato bisogno, perché lo spirito della serata era gioioso, ma bene così. A partita finita, poi, i 1.600 romanisti hanno seguito festanti l’allenamento delle riserve: immediato il coro per Spinazzola, che aspetta ancora il giorno dell’esordio stagionale.