Roma a Tirana: stadio gioiello, ma è caos Uefa sui biglietti per la finale

Conference League, la scelta di un impianto con meno di 19.000 spettatori complica la caccia ai tagliandi. L’architetto Casamonti: "Visibilità e comfort perfetti"
Roma a Tirana: stadio gioiello, ma è caos Uefa sui biglietti per la finale© AP
di Roberto Maida
4 min

ROMA - Non basterebbe Wembley, figuratevi il piccolo stadio di Tirana. La caccia al biglietto per la finale di Conference continua. Ma è dura, durissima. Per i romanisti come per i tifosi del Feyenoord. La scelta bislacca dell’Uefa di far giocare la partita in un impianto che potrà ospitare meno di 19.000 persone, comprese le zone cuscinetto destinate alla sicurezza, crea grandi difficoltà a chi già da tempo aveva acquistato il biglietto aereo per l’Albania. I due club per il momento non hanno ricevuto un terzo dei pass, come tradizione per le finali. Ma meno: la Roma ad esempio ha avuto una dotazione di circa 3.500 ingressi, che ha distribuito gratuitamente. Una parte è andata per sorteggio agli abbonati, ai disabili e ai 166 reduci di Bodø, un migliaio a famiglie legate alla società e agli sponsor, mentre le due associazioni ufficiali di tifosi hanno ottenuto un contingente di 100 biglietti ciascuna. Anche ai gruppi organizzati della Curva Sud verrà concessa una quota. Il resto è appeso alla distribuzione dell’Uefa, che li metterà in vendita sul proprio sito web la prossima settimana a un costo variabile da 50 a 180 euro. La dotazione residua dovrebbe aggirarsi intorno ai 10.000 biglietti. Impossibile accontentare tutti per un evento storico che si giocherà nella sede sbagliata.

L'intervento

Non per Tirana, ovviamente, città bellissima e accogliente. Lo stesso stadio, l’Arena Kombetare, è considerato uno dei gioielli europei. Ne abbiamo parlato con l’architetto italiano a cui è stato affidato il progetto, Marco Casamonti. «Lo stadio è uno dei più moderni d’Europa. Capisco il problema della capienza - ci ha spiegato - ma è stato scelto proprio per la sua efficienza. La visibilità e il comfort sono perfetti. E poi è posizionato nel cuore della città: quasi tutti possono raggiungerlo a piedi». Inaugurato nel 2019, è costato 100 milioni di euro di cui 10 finanziati dalla federcalcio albanese e il resto da investitori privati: «In Italia solo lo Juventus Stadium e la Dacia Arena hanno uno standard di questo livello. Il consumo energetico con l’illuminazione in led è bassissimo. E la tecnologia è di ultima generazione sotto ogni aspetto». E’ utilizzato solo dalla nazionale albanese e per le finali di coppa nazionali: «Ma è un esempio di fruibilità a cui dovremmo rifarci, in Italia. A Tirana non c’è uno stadio ma un edificio che viene utilizzato anche quando non c’è la partita. Nella torre che sovrasta le tribune c’è un albergo. E sui lati troverete ristoranti, negozi, centri commerciali. Un investimento sostenibile al passo con i tempi che ha potuto beneficiare della costruzione su un impianto preesistente». Il vecchio stadio Qemal Stafa, del quale sopravvive solo la facciata principale, in travertimo: «Abbiamo voluto conservarla perché aveva un valore storico. L’abbiamo rimossa e poi riagganciata. Ma per aumentare la capienza a 22.000 posti senza violare le leggi urbanistiche abbiamo preferito costruire due anelli rinunciando a una delle quattro tribune. Su uno dei lati ci sono solo 2.000 posti vip, sullo stile della Bombonera di Buenos Aires. Questa idea, che ricorda anche i vecchi teatri greco-romani, rende lo stadio utilizzabile anche per altri eventi, come i concerti: basta piazzare il palco davanti alla tribuna che non può essere utilizzata per gli spettatori».

Polemiche

Le proteste contro l’Uefa però avanzano. E non riguardano solo la finale di Conference. Anche per la Champions, che si gioca a Parigi nell’enorme Stade de France, il governo del calcio europeo ha tenuto per sé un numero di biglietti che penalizza le tifoserie di Liverpool e Real Madrid. «Non è possibile che i club finalisti abbiano meno di 20.000 ingressi ciascuno» ha osservato Jürgen Klopp, che anche in passato si era detto critico sulla gestione delle finali da parte dell’Uefa. «Qualcuno dovrebbe spiegarmi dove finiscono tutti gli altri biglietti». Ah, saperlo.


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