Abraham, la Premier chiama ma c'è solo la Roma

Tammy è il punto fermo attorno al quale ruota il progetto di crescita: è innamorato della città e dei tifosi e grato al club
Abraham, la Premier chiama ma c'è solo la Roma© AS Roma via Getty Images
Jacopo Aliprandi
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ROMA - Il quel caldo pomeriggio di Ferragosto, sotto il sole cocente e l’asfalto bollente di Ciampino, probabilmente Tammy Abraham aveva intuito quanto la piazza romana fosse particolare, diversa da quella londinese, affamata di passione e trofei. Cento tifosi erano lì ad aspettarlo alle 13 del 15 agosto, sotto il sole, aiutati soltanto dalle bottigliette d’acqua messe a disposizione gratuitamente dall’aeroporto per evitare il rischio di disidratazione. Tutto per il suo sbarco e due minuti di saluti prima di entrate nel van della Roma per procedere alle analisi di rito e alla firma sul contratto. A distanza di quasi un anno Abraham ha ben capito cosa significa essere un giocatore della Roma, cosa significa questa squadra per i tifosi e quanto questa piazza può dare a un giocatore che dà il massimo per la maglia. Il centravanti inglese ha vissuto una stagione da sogno, la migliore della sua carriera per affiatamento con la città, la squadra, i romanisti e il gol. Tutto è andato nel verso giusto, tutto è riuscito nel migliore dei modi tanto da riprendersi una maglia con la nazionale inglese e candidarsi seriamente per un posto in rosa nel prossimo Mondiale in Qatar.

Stagione da sogno

Ecco perché quello che prova Abraham per la Roma e i suoi tifosi è soltanto grande riconoscenza. A questo club e a Mourinho deve tanto, così come la squadra deve ringraziarlo per i suoi gol che hanno portato la qualificazione alla prossima Europa League e alla vittoria della Conference League. Diciassette gol e quattro assist in campionato, nove reti nella competizione europea più uno in coppa Italia: la grande vittoria di Mourinho e Tiago Pinto è essere riusciti a trovare il giusto sostituto di Dzeko, aver fatto dimenticare subito il bosniaco grazie ai gol dell’inglese. In un reparto offensivo sterile, in cui sommando le reti degli altri cinque attaccanti non si raggiungono i ventisette gol di Abraham, lui è stato il vero salvatore di Mourinho. Tra i due si è instaurato subito un grande rapporto: Abraham si è affidato agli insegnamenti dello Special One e il tecnico lo ha sempre spronato senza mai essere totalmente soddisfatto di lui: «È stato bravo, ha segnato ma da lui pretendo sempre di più», ha dichiarato Mou più di una volta.

La Premier chiama, lui resta

E lui ha risposto immediatamente alla grande. Inevitabilmente le voci di mercato scorrono come un fiume in piena: si parla di Manchester United, di un possibile ritorno al Chelsea se Lukaku dovesse tornare all’Inter, dell’interessamento dell’Arsenal. La realtà è che Abraham vuole restare a Roma almeno un altro anno: nella capitale è felice insieme alla fidanzata e prova anche un senso di riconoscenza nei confronti dell’ambiente. L’inglese qualche giorno fa si è autoblindato con uno scambio di messaggi sui social con Mourinho. Sotto a una foto che lo ritraeva festeggiare con la coppa, il tecnico ha commentato: «Ti manca vincere l’Europa League». La risposta del nove inglese è stata immediata: «È la prossima mister!». Insomma, gli obiettivi stagionali sono stati già fissati. Tammy Abraham è il punto fermo della Roma, la pietra miliare del progetto vincente di Mourinho, l’uomo simbolo di un cambiamento. Guai a lasciarselo scappare. 


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