De Rossi fiero, saluta la Roma Primavera ma non Trigoria

Quello del tecnico ieri non è stato un addio: il futuro sarà ancora in società: "29 anni qui il mio vanto"
De Rossi fiero, saluta la Roma Primavera ma non Trigoria© AS Roma via Getty Images
Roberto Maida
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REGGIO EMILIA - Il premio di Cristian Chivu è una fugace sigaretta, che gusta davanti agli spogliatoi dopo la vittoria mentre i suoi ragazzi sono ancora in campo a festeggiare. Urla Chivu. Anche ai giovani del vivaio che lo applaudono da una scalinata del Mapei Stadium: «Tra un paio d’anni tocca a voi lo scudetto». E’ euforico, come è giusto che sia, perché ha vinto contro il pronostico che dava fiducia alla Roma e portato all’Inter il titolo Primavera che mancava da 4 anni. Viceversa, Alberto De Rossi non è riuscito a farsi il regalo d’addio alla panchina. Ma affronta con filosofia e stile la sconfitta, senza mai togliere dal collo la medaglia d’argento che è comunque un riconoscimento al suo lavoro: «Ci aspettavamo un altro epilogo - ammette - tutt’e due le squadre meritavano di festeggiare. Purtroppo noi dopo una grande stagione non siamo riusciti a trovare il guizzo in finale. Sarebbe stato un risultato strepitoso».

Il saluto

Vorrebbe continuare, anche per non lasciare da battuto, ma conosce già le decisioni della società: «La Roma ha altri progetti per la Primavera. Lo so da un anno, non è una novità. Con me però non ci sono problemi, staremo ancora insieme. Cosa farò non lo so, vediamo il progetto che mi verrà proposto. Io sono a disposizione e rimarrò qui come sarei rimasto ad allenare. La Roma è ancora la mia società». Al suo posto arriverà probabilmente Federico Guidi, attuale allenatore del Teramo, segnalato a Tiago Pinto dal responsabile del settore giovanile Vergine dopo il proficuo sodalizio alla Fiorentina. De Rossi non perde l’aplomb: «E’ un vanto essere da 29 anni alla Roma. Ho cominciato nel 1993 seguendo la vocazione che mi ha portato a lavorare con i ragazzi. E andando incontro alla mia passione da romanista. Non ho mai pensato a salire tra gli adulti, avevo un bello stipendio e mi divertivo. Gli ultimi due anni sono stati incredibili, perché hanno condotto diversi giocatori in prima squadra. E in questo percorso tutti abbiamo fatto la nostra parte».

Futuro

Sulla partita dice: «C’è molta amarezza, soprattutto per i ragazzi che hanno faticato tanto per raggiungere questa finale. Eravamo convinti di vincerla, forse troppo. Questo l’abbiamo pagato». Gli chiedono conto della sostituzione di Volpato, la stella, peraltro limitata dalle pressioni interiste: «Non credo che sia stato un cambio decisivo. Avevamo altre opzioni e ho preferito inserire forze fresche. E’ stata brava l’Inter a ribaltare il risultato. Credo che tutt’e due le squadre abbiano giocatori dal grande futuro». Chiude con una battuta: «Per fortuna ha vinto la prima squadra. Se avessimo potuto scegliere una finale da vincere avremmo sicuramente indicato quella di Tirana. Purtroppo a noi non è andata altrettanto bene, come alle ragazze di Spugna, ma nel calcio può succedere. Sono arcicontento che la Roma abbia conquistato la Conference League». L’ultima parola è di Chivu, che prende proprio in prestito l’espressione del mentore Mourinho: «I ragazzi potevano scrivere la storia e l’hanno fatto. Coroniamo un percorso di tre anni con i giovani del 2003». 


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