Mourinho e Conte, il fuoco della sfida si riaccende

In passato scontri e polemiche a suon di “clown”, “piccolo uomo”, “piagnone”. A Haifa la Roma affronta il Tottenham e c’è un motivo in più che rende questa partita affascinante
Mourinho e Conte, il fuoco della sfida si riaccende© Getty Images
Roberto Maida
4 min

INVIATO A TEL AVIV - Un tramonto sconvolgente ha accolto la Roma a Tel Aviv, tra lo sfrecciare dei monopattini sul lungomare e il caldo festaiolo dell’estate. C’era anche un gruppetto di tifosi ad attendere la squadra davanti all’hotel Kempinski, un grattacielo di sfarzo e magnificenza affacciato sulla spiaggia, nel cuore della città più godereccia d’Israele. I giocatori si sono fermati pazientemente, nonostante la stanchezza per il lungo viaggio, a posare per le foto-ricordo con gli appassionati del posto: alcuni, come il giovane architetto Jonathan Giannetti, sono romani ebrei che hanno scelto di emigrare, ma altri sono nati e cresciuti qui e si sono affezionati alla Roma scrutandola da lontano. Tra i più richiesti e desiderati, manco a dirlo, c’era Paulo Dybala, che dopo il test infrasettimanale contro l’Ascoli debutterà alla luce del sole, o meglio dei riflettori, domani sera a Haifa contro il Tottenham.

Roma, la gestione di Mourinho

Mourinho ha preparato con la giusta premura la partita. Che è un’amichevole, certo, ma è anche una vetrina internazionale nella quale è opportuno non inciampare. Ci tiene lui, in particolare, a battere il Tottenham, che lo ha deluso profondamente con l’esonero dello scorso anno, deciso a una settimana dalla finale di Coppa di Lega contro il Manchester City. Anche per questo mercoledì, nell’eremo di Trigoria, ha tenuto a riposo cinque tizi come Abraham, Pellegrini, Smalling, Zaniolo e Karsdorp. Lo stesso Dybala, che non ha ancora novanta minuti seri nelle gambe, ha giocato solo un tempo. Tra le due partite, Mourinho ha scelto di valorizzare la più affascinante e difficile.

Conte e Mourinho, la rivalità

E poi non va trascurato un altro elemento, come dire, personale. L’allenatore del Tottenham oggi è Antonio Conte, con il quale Mourinho si è scontrato spesso durante il periodo condiviso da avversari in Inghilterra. I due non si amano, tutt’altro. Mourinho ha spesso sottolineato che non sia corretto paragonarlo al rivale, né per i risultati ottenuti all’Inter né per quelli raggiunti al Chelsea. «Io sono ancora il numero uno» ha ricordato, stuzzicando l’orgoglio di Conte. Ma sono stati soprattutto i vigorosi battibecchi in campo e le dichiarazioni forti in sala stampa a restare nella memoria degli analisti di Premier League. Se cercate su Youtube, scoprirete diversi video montati con le parole poco gentili che i litiganti si sono rivolte nel corso degli anni.

Bufera

Primo round: «Io non parlo mai degli infortuni: altri allenatori piangono, piangono, piangono» urlò Mourinho, all’epoca al Manchester United, prima di un confronto diretto contro il Chelsea di Conte. Che replicò così: «Io credo che lui debba pensare ai fatti suoi e guardare a se stesso». E ancora, Mourinho: «Io non mi comporto come un clown in panchina. Non sembro un pazzo. Perché sono diventato maturo». Conte non si fece pregare: «Io non dimentico quello che ha detto o fatto in passato. Lo conosco molto bene. E’ stato un piccolo uomo, lo è ancora e lo sarà anche in futuro. Forse sta pagando una cosa che in italiano si chiama demenza senile». Fine della querelle? Manco per idea. Mourinho in una successiva occasione ricordò a Conte il papocchio dei tempi di Siena, giurando: «Io non sarò mai squalificato per il calcioscommesse». Antonio tornò sul concetto di “little man”: «Non conosce le situazioni e parla di circostanze senza sapere. E’ un piccolo uomo, lo ripeto. Non chiarirò pubblicamente la verità perché non devo giustificarmi di nulla. Se vorrà parlarne faccia a faccia quando ci incontreremo sul campo, io sarò pronto. Non so se lo sarà lui». Domani i due si rivedranno a Haifa dopo quattro anni. Avranno spento il fuoco?


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