Smalling, Mancini e Ibanez: il vanto della Roma e di Mourinho

Dopo un inizio barcollante, la squadra dello Special One ha trovato l’assetto ideale: ma l’allenatore portoghese non dimentica Kumbulla
Smalling, Mancini e Ibanez: il vanto della Roma e di Mourinho© Bartoletti
Giorgio Marota
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ROMA - Quando Mourinho prende una direzione, difficilmente fa poi retromarcia. E uno dei primi tasselli per costruire la sua Roma, nella passata stagione, l'ha messo nel reparto difensivo: dopo un inizio barcollante, la squadra ha trovato il suo assetto ideale grazie al trio formato da Mancini, Smalling e Ibañez, sempre più affiatati tra loro fino a rappresentare un autentico baluardo nella finale di Conference League a Tirana. Una volta assaporato il piacere della solidità, lo Special One ha deciso di continuare su questa strada.

Roma, difesa di ferro

E così la Roma a Salerno è ripartita dai soliti tre centrali, dopo un ritiro estivo durante il quale sono state provate diverse soluzioni: Kumbulla-Smalling-Ibañez hanno esordito nell'amichevole contro il Sunderland, Mancini-Smalling-Tripi sono stati proposti in Roma-Portimonense, Mancini-Kumbulla-Ibañez contro lo Sporting, Kumbulla-Smalling-Viña contro il Nizza e Mancini-Kumbulla-Viña contro l'Ascoli e lo Shakhtar Donetsk. Le risposte? Quasi tutte positive. La Roma ha sofferto veramente solo in casa dello Sporting il 19 luglio, subendo 3 gol in 90 minuti a dispetto delle 2 reti (Nizza e Ascoli) incassate negli altri 7 incontri. Solamente in un'occasione, in Israele contro il Tottenham di Antonio Conte, l'allenatore portoghese ha fatto ricorso al suo terzetto ideale; gli è bastato provarlo una sola volta nel test più prestigioso, i meccanismi sono tornati in modo automatico e così l'ha riproposto senza tentennamenti nella prima di campionato. L'aggressività di Mancini, la leadership calma e tecnica di Smalling e la velocità di Ibañez in questo momento rappresentano il mix giusto per le esigenze tattiche della Roma. Nelle varie rotazioni difensive di questa estate è entrato persino Bove (oltre a Viña, chiuso a sinistra da Spinazzola e Zalewski), probabilmente più per mandare un segnale al club (com'è noto Mou vorrebbe un altro difensore) che per una reale sperimentazione.

Roma, quattro scelte per Mourinho

Insomma, all'Arechi la difesa ha nuovamente retto concedendo pochissimo agli avversari. Merito anche di un Cristante in grande forma e del contributo a partita in corso offerto da Matic e Wijnaldum - grazie a questi tre mediani sarà possibile sostenere il modulo fantasia con Pellegrini, Dybala, Zaniolo e Abraham - ma di sicuro i pretoriani del reparto arretrato hanno fatto la propria parte, ritrovando quel feeling che da marzo a maggio aveva reso la Roma quasi impenetrabile. L'italiano, l'inglese e il brasiliano nel 2021-22 hanno giocato insieme e dall'inizio un totale di 18 partite tra campionato e coppe, durante le quali la Roma ha subìto esattamente 18 reti. Nelle altre 37 gare ufficiali, durante le quali l'assetto iniziale è mutato (modulo differente o inserimento di altri calciatori dal 1') la Roma ha incassato 44 reti, con una media gol subiti leggermente più alta. Ma i dettagli, a questi livelli, fanno la differenza: ecco perché Gianluca, Chris e Roger hanno ricevuto dal tecnico un'investitura netta, assieme a Rui Patricio che ha cominciato la nuova stagione con un altro clean sheet dopo aver chiuso la porta in 23 occasioni nella prima annata in giallorosso. I centrali puri a disposizione di Mou sono in realtà quattro. Anche Kumbulla, infatti, va considerato al pari dei primi tre per importanza nel progetto tattico: l'allenatore, dopo aver lodato pubblicamente i suoi progressi, ha fatto capire a più riprese di considerarlo molto più di una semplice alternativa. Tra i difensori Marash è il più giovane (classe 2000) e le sue qualità, differenti rispetto a quelle degli altri tre, completano il mosaico. Al netto di un mercato che può ancora rivelare sorprese in entrata, l'albanese continuerà a trovare spazio in questa Roma.


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