Abraham, quel gol alla Juve grida ancora vendetta

Torino lo ispira: il centravanti della Roma ha un conto in sospeso e deve sbloccarsi
Abraham, quel gol alla Juve grida ancora vendetta© AS Roma via Getty Images
Giorgio Marota
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ROMA - Tammy un gol, magari a Torino contro la rivale di sempre, per rimarginare una ferita sportiva che è stata aperta dieci mesi fa e ancora sanguina. Il tifoso romanista non chiede altro al suo centravanti: punire ancora la Vecchia Signora. Abraham è già un'idolo del popolo giallorosso, forse perché nel suo primo anno ha vinto una coppa da protagonista con 9 gol in 13 presenze (nella bacheca di Trigoria un trofeo mancava da 14 anni) e ha segnato sia alla Juve che alla Lazio. Cosa si può volere di più da un numero nove? L'inglese ha realizzato una doppietta nel derby di ritorno e due gol pure contro i bianconeri in altrettante gare, solo che le statistiche ufficiali ne ricordano uno soltanto. E proprio lì sta la ferita.

La rivincita di Abraham

Il primo centro, allo Stadium, venne infatti cancellato dall'arbitro Orsato che inspiegabilmente decise di non dare il vantaggio dopo un fallo da rigore, annullando la rete di Abraham e concedendo invece il penalty (poi sbagliato da Veretout, la Juve vinse 1-0). La seconda esultanza contro la Juventus è arrivata invece nella sconfitta per 3-4 del 9 gennaio, all'Olimpico. Dopo quel ko, comunque, sono arrivati 11 risultati utili consecutivi in Serie A per Mourinho. Ma è la notte di Torino che brucia ancora e in queste ore i leader dello spogliatoio stanno facendo di tutto per ricordarlo ai compagni: la Roma uscì dal campo sentendosi defraudata e dieci mesi dopo torna nella tana di Allegri per cercare la rivincita.

Abraham sfida Vlahovic

Domani sera si affrontano le uniche due squadre a non aver subito reti nelle prime due giornate, ma anche quelle che hanno due dei centravanti più prolifici. Vlahovic da una parte, Abraham dall'altra. Il duello a distanza promette scintille. In quanto a Tammy, l'aria di Torino sembra essergli particolarmente piaciuta nella stagione d'esordio in Italia: oltre ad aver segnato il già citato gol-fantasma lo scorso 17 ottobre, nel capoluogo piemontese s'è ripetuto il 20 maggio rifilando una doppietta al Toro di Juric. Grazie a quel 3-0 (Abraham poteva chiudere con una tripletta ma lasciò calciare il rigore a Pellegrini) la Roma terminò il campionato con l'Europa League in tasca prima di concentrare tutte le energie sulla finale di Conference.

Abraham e l’aria di Torino

Quei due gol ai granata furono per il centravanti di Londra una sveglia dal letargo, nel quale era finito in seguito a Roma-Lazio. Due mesi all'asciutto (dal 20 marzo al 20 maggio), intervallati da gemme preziosissime contro Bodø e Leicester per trascinare la Roma in Europa, rappresentano una parentesi di digiuno all'interno di una stagione con 27 gol complessivi. Eppure, l'ex Chelsea è rimasto all'asciutto pure nei primi 180' del nuovo torneo. Contro Salernitana e Cremonese si è dato da fare per i compagni, senza però trovare la gloria personale. Mentre Ciro Immobile, avversario cittadino e competitor per la classifica marcatori, nei giorni scorsi gli ha lanciato la sfida: «Abraham? Se anche quest'anno fa gli stessi gol dell'anno scorso si può parlare già di un bomber - le sue parole a Dazn -. Per me ne segnerà dai 15 ai 20 in A». È già tempo di azionare il contatore per non restare indietro.


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