Roma, Tiago Pinto: "Una piccola guerra con la Lega. Il derby va vinto e su Solbakken..."

Le parole del general manager giallorosso, ieri ospite dell'evento organizzato da Airc e Utr
Roma, Tiago Pinto: "Una piccola guerra con la Lega. Il derby va vinto e su Solbakken..."
Jacopo Aliprandi
3 min

ROMA - Tiago Pinto accende la vigilia del derby. Il general manager giallorosso è stato ospite dell’evento organizzato dall’Associazione Italiana Roma Club e dall’Unione Tifosi Romanisti. Il dirigente si è in concesso alle domande dei tifosi, naturalmente cominciando dalla stracittadina: "Questa non è una partita come le altre, non giochiamo - con tutto il rispetto - contro l’Empoli. Prima delle sfide contro la Lazio cerchiamo sempre di svolgere il nostro lavoro in maniera normale, ma più ci avviciniamo al match, più sentiamo anche noi il clima derby. Una partita che vogliamo vincere, per i tre punti e per crescere come squadra".

Lavoro quindi sul campo, sotto gli ordini di Mourinho: "Siamo riusciti a portarlo qui e dobbiamo esserne contenti - le parole di Pinto -. Conoscendolo credo che in nessun altro club sia stato felice come lo è qui alla Roma". Di certo il tecnico a gennaio vorrà dei rinforzi: "Il mercato è molto lontano, adesso abbiamo tre partite da vincere. Solbakken? Non posso parlarne…", ha glissato ridendo il gm portoghese.

Poi un pensiero ai tifosi che domani registreranno il sedicesimo sold out consecutivo all'Olimpico: "I tifosi vanno rispettati, e non mi piacciono i giocatori o i dirigenti che parlano tanto dei tifosi per fare scena. Io non faccio così perchè non sono un paraculo, ma è indubbio che i romanisti siano speciali. Ci sono tanti stadi nel mondo pieni, ma il tifo non è così intenso. Quando non vinciamo per me è quasi una vergogna perché i tifosi ci sostengono dal primo all'ultimo minuto. E il lavoro per farli gioire". 

E a proposito di esultanze e festa, la Roma dalla scorsa stagione ha potuto trasmettere l'inno dopo quello della Lega: "La differenza tra i club sono i tifosi, e l'inno è il momento più bello da vivere allo stadio. E non aveva alcun senso che fosse la Lega a dirci quale musica mettere all'interno dell'Olimpico: abbiamo fatto una piccola guerra e adesso tutti i club possono mettere l'inno poco prima della partita. Anche gli arbitri aspettano che l'inno finisca per sentirlo tutto". 


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