Di Francesco e il retroscena su Karsdorp: "Ecco perché lo mandai in tribuna”

L’ex tecnico giallorosso: “La squadra di Mou ha delle difficoltà dal punto di vista del gioco e ha dimostrato ieri che non può fare a meno di un giocatore come Dybala"
Di Francesco e il retroscena su Karsdorp: "Ecco perché lo mandai in tribuna”
Jacopo Aliprandi
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ROMA - Eusebio Di Francesco è stato ospite insieme a Claudio Ranieri della presentazione del libro “Dalla Curva Sud al paradiso” scritto dall’agente Pietro Chiodi. Tanti i temi trattati, dalla vicenda Karsdorp alla Roma fino al rendimento di Nicolò Zaniolo.

Su Karsdorp: “Chiariamo questa cosa. Io non ho avuto una discussione con lui ma l’ho lasciato fuori per scelta tecnica. Non l’ho fatto solo con lui ma anche con altri giocatori della Roma. L’ho lasciato in tribuna per fargli capire che doveva lavorare in maniera differente. Rick è un ragazzo come gli altri non so cosa è successo con Mourinho. Per me è un bravo ragazzo, magari ha sbagliato qualche partita. Con me ha avuto un infortunio al ginocchio che lo ha portato ad avere un rendimento non costante ma è un bravo calciatore".

Sulla Roma di Mourinho: "L’anno scorso stava meno bene in classifica. Ha alternato partite buone a gare meno buone. Ha delle difficoltà dal punto di vista del gioco e ha dimostrato ieri che non può fare a meno di un giocatore come Dybala. Però non può fare tutte le gare. Credo che la Roma abbia i punti che merita. L’ho detto spesso anche della mia. La squadra porta a casa quello che si vede in campo. E’ prematuro dare un giudizio ora".

Su Pellegrini. “A volte ha dei problemi fisici. Spesso vi lamentate del turnover ma non tutti i giocatori possono avere lo stesso rendimento giocando sempre. Qualche volta cambiare serve per tutelare il giocatore dal punto di vista fisico. Meglio perderlo per mezza partita che per 3/4 di fila".

Cosa non rifarebbe nella sua carriera da allenatore? “Nel secondo anno mi sono trovato ad avere un mercato non all’altezza di quello fatto l’anno prima. Mi aspettavo scelte diverse per portare avanti il percorso del 4-3-3 che avevo intrapreso nel primo anno. Poi ho dimostrato di poterlo modificare in base alle partite ma potevamo fare meglio. Un po’ forzato il fatto di voler andare via dopo il Porto. Tornassi indietro non lo rifarei vedendo le mie esperienze dopo. Spero in futuro di sbagliare di meno”.

Su Zaniolo: “Zaniolo è bravissimo ma deve migliorare le scelte finali. Utilizza questa sua grande forza fisica. A volte servirebbe un po’ più di fioretto. Lo fa ma potrebbe fare meglio perché ha i mezzi”.

Sul suo addio alla Roma: "Io lo sapevo che era stato chiamato un altro allenatore, ero un po' 'arrivato' a causa di situazioni non solo legate alla società, anche per colpa mia. Questo mi ha portato anche un po' a spingere in quella situazione. Probabilmente anche con una vittoria col Porto sarei andato via, ma tornassi indietro non lo rifarei mai". L’agente Pietro Chiodi ricorda: “Quando venne esonerato andai a casa sua con una bottiglia di champagne e festeggiammo”. 

Sulla grande impresa contro il Barcellona e il passaggio alla difesa a tre: "È stata una scelta legata a una intuizione, noi allenatori sappiamo che ci sono tanti incidenti di percorso, commettiamo errori ma poi quando le cose riescono diventano partite indimenticabili. La cosa più importante, però, è quando i calciatori credono in quello che proponi, ti seguono. Gli occhi dei calciatori erano legati a quello che che proponevo io, mi ha portato a fare questa scelta nonostante la brutta sconfitta all’andata, ma solo a livello numerico. Siamo stati bravi e fortunati, ma era la partita giusta". 


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