Solbakken e la curiosa battuta sul motorino: c'entra Mourinho

L'attaccante non vede l'ora di giocare all'Olimpico: "Quando ci venni con il Bodo mi sentii piccolissimo"
Chiara Zucchelli
4 min

La paura di perdere la Roma «quando mi sono fatto male». La voglia di portare con sé quel "motorino" di cui parlava Mourinho quando lo affrontava da avversario. La necessità, quasi fisica, di giocare in quello stadio in cui, da rivale, si era sentito «piccolo come non mai»!. Dopo aver lasciato Roma e prima di rilassarsi qualche giorno in Messico (con piano di allenamento consegnato dallo staff romanista), Ola Solbakken si è raccontato in una lunga intervista a cuore aperto, ribadendo quanto non veda l'ora di lavorare con Mourinho e i nuovi compagni. Anche per questo Tiago Pinto è al lavoro per provare a vedere se, con il Bodø, ci siano o meno i margini per far aggregare Solbakken al gruppo per il ritiro in Portogallo: sarà la seconda metà di dicembre, il Glimt dovrebbe liberarlo solo due settimane prima. E per favorire la cosa Ola si è detto pronto anche a rinunciare in prima persona a dei soldi. Ennesima prova di quanto Solbakken sia già entrato con cuore e testa nella nuova avventura, tanto che in questi giorni di vacanza non salterà neppure un giorno di allenamento.

L’attaccante si è presentato in buona condizione fisica dopo il problema alla spalla, negli ultimi due mesi ha disputato 12 partite senza nessun tipo di noia muscolare. «Quando mi sono fatto male prima alla caviglia e poi alla spalla temevo di perdere la mia occasione - ha rivelato a “Avisa Nordland” - ma non è andata così. Alcuni club si sono fidati degli esami che avevo fatto con il Bodø, altri hanno voluto vedermi personalmente, ma ero veramente giù quei giorni. Per fortuna tutto è andato bene».

La carica di Solbakken

Di certo, Ola non vede l’ora di indossare la sua nuova maglia numero 18 e non fa nulla per nasconderlo: «Quando, con il Bodø, abbiamo perso nel ritorno dei quarti di Conference e la Roma è andata in vantaggio per 1-0 l’atmosfera era pazzesca. Non mi sono mai sentito così piccolo su un campo da calcio, avevo i brividi». E per questo non aspetta altro che scendere in campo da romanista all’Olimpico. In che ruolo? Risponde Solbakken: «Non so se giocherò ala destra o sinistra, mi hanno detto che dovrò coltivare i miei punti di forza. Tutto qui. Mi voglio misurare con i ritmi del campionato e dell'allenamento quotidiano e voglio vedere come lavorerò con i miei compagni. Per me sarà tutto nuovo e sinceramente sono impaziente di iniziare questa nuova avventura. Sono sicuro che sarà un viaggio molto emozionante, anche se porto con me tanti bei ricordi del Bodø. La Roma - ha aggiunto - mi ha voluto tanto, mi hanno visto in tre partite dal vivo e in oltre venti gare in televisione. Mi conoscono bene».

Solbakken e la battuta sul motorino

Solbakken, che è un grande amante della maglia numero 9 («è sempre stata la mia preferita, ma è impegnata, per questo ho preso la 18») ha anche rivelato il suo desiderio. Che, sorridendo, ha a che fare con il passato: quando la Roma venne sconfitta a Bodø, Mourinho disse che Solbakken sembrava avere il motorino rispetto ai suoi che, invece, andavano in bicicletta. Oggi Ola, a precisa domanda, risponde così: «Cosa ho portato a Roma tra moto e bici? Beh, spero proprio che nella mia avventura sia inclusa la moto…».


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