Roma, Mourinho ha provato il modulo preferito

Ugo Trani
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Addestramenti, esperimenti o semplicemente allenamenti. Mourinho ha cercato di dare un senso alle due partite organizzate in Giappone. Piano deciso per non perdere tempo durante questa lunga sosta del campionato. José, pur non avendo la rosa al completo per l’assenza dei nazionali e degli infortunati, ha provato a raccogliere altre - e nuove - indicazioni sullo stato psicofi sico degli interpreti attualmente a sua disposizione. Ha schierato, quando è stato possibile, i titolari, inserendo sempre dall’inizio Abraham che continua a far cilecca, dato spazio a Kumbulla, spesso spettatore nelle 21 gare stagionali, e insistito sui giovani, da Tahirovic - fuori nella seconda gara dopo mezz’ora per un problema muscolare - a Missori, Volpato, Bove, Tripi, Keramitis, Boer e Cherubini.

Mou non si è limitato, però, a valutare i singoli. Ha anche approfondito la questione tattica. E, nella ripresa contro lo Yokohama, ha scelto il suo sistema di gioco preferito: il 4-2-3-1. Premettiamo subito: avendo ascoltato il parere dell’allenatore, e già nella passata stagione, sull’assetto della Roma, è chiaro che il 3-5-2 - o il 3-4-2-1 - rimane quello che meglio, secondo lui, si adatta alle caratteristiche dei giocatori in rosa. «Si sentono più sicuri» ha chiarito in più occasioni Mourinho. Ma al tempo stesso José vuole avere pure l’opzione di scorta.

La traccia parte dalla difesa a quattro, alla quale si è affidato - pure recentemente - nelle partite in cui i giallorossi erano chiamati a rimontare lo svantaggio o a sbloccare il risultato. In quei casi ha utilizzato gran parte dei giocatori offensivi, scegliendo di abbandonare l’equilibrio e prendendosi qualche rischio. Mou ha sempre pensato alla sua squadra e non all’avversario. Cioè non si è messo a specchio: lo avrebbe potuto fare in tre match di ottobre, nella doppia sfi da con il Betis Siviglia in Europa League e contro il Napoli capolista del nostro campionato, formazioni che privilegiano il 4-2-3-1.

La mossa di Mourinho contro lo Yokohama, quindi, è mirata alla ripresa del campionato e al futuro della Roma. Dal 4 gennaio avrà a disposizione Solbakken che di solito gioca sulla fascia (destra) nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1. Di qui il cambio di sistema di gioco nell’amichevole in Giappone. Sui lati possono giocare Zaniolo, El Shaarawy e il nuovo acquisto. Ecco perché dopo l’intervallo non abbiamo più visto Missori, Matic e Abraham. Dentro Zaniolo per fare l’ala, Volpato per sistemarsi da trequartista e Shomurodov centravanti. Ma non soffermiamoci su chi ha avuto spazio contro lo Yokohama (e sul risultato: diverse chance costruite e 3 gol realizzati). Conta l’idea. La soluzione in più.


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