Spalletti e Mourinho sfidano Ancelotti

Il tecnico del Real Madrid è favoritissimo nella corsa al titolo Iffhs di tecnico del 2022. Ma nella lista dei candidati trovano spazio due protagonisti della Serie A
Spalletti e Mourinho sfidano Ancelotti© ANSA
Marco Evangelisti
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Ogni tanto viene qualcuno a ricordarci che il mondo non gira sempre al contrario. Abbiamo appena finito, noi come calcio italiano, di sentirci marginali, privati del Mondiale, bambini poveri con il naso incollato alla vetrina scintillante, ed ecco l’International Federation of Football History and Statistics, Iffhs per gli amici, che riempie le sue liste annuali di Serie A e anche di italianità pura.  

La più recente a essere affissa sul sito dell’istituto è quella che mette insieme i quindici migliori tecnici di club del 2022. Prima di tutto hanno piazzato in cima il nome indiscutibile e irrinunciabile, quello che nessuna furia iconoclasta si azzarderebbe a sfiorare: Carlo Ancelotti, diventato in meno di due mesi il primo allenatore a vincere il titolo nei cinque maggiori campionati d’Europa e il primo a conquistare quattro Champions League. A meno che un diavolo particolarmente astuto non mescoli le carte in qualche modo imprevedibile, sarà lui a essere annunciato all’inizio di gennaio come vincitore e successore del campione uscente Thomas Tuchel.  

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Gli altri candidati seguono in ordine sparso: Klopp che alla guida del Liverpool ha stretto la mano ad Ancelotti in finale, Guardiola che dirigendo il Manchester City gliel’ha stretta, con qualche umana rabbia, in semifinale, Scolari che a 74 anni ha appena lasciato la panchina dell’Athletico Paranaense per diventarne direttore tecnico, Albert Riera che ha preso la cittadinanza neozelandese ed è andato a vincere il principale torneo continentale con l’Auckland City, Brian Schmetzer che ha fatto lo stesso in America con i Seattle Sounders.  

Eccetera eccetera. Prima degli eccetera per quanto ci riguarda vengono José Mourinho della Roma e Luciano Spalletti del Napoli, inseriti rispettivamente al settimo e ottavo posto della lista dietro Emery, Nagelsmann e Glasner, oltre ai tre menzionati prima. 

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La Federazione Internazionale per la Storia e le Statistiche del Calcio è un organismo fondato nel 1984 a Lipsia e ha ora sede a Losanna, in Svizzera. Stila classifiche, certifica record, distribuisce riconoscimenti con l’approvazione della Fifa, la federazione mondiale, senza peraltro farne parte. È abbastanza autorevole da costituire fonte per chi racconta il calcio e assegna ogni anno premi mondiali di rendimento divisi per ruoli in campo, categorie di età e specializzazioni tecniche. Occupandosi da un decennio anche del calcio femminile. Tracciata la lista dei candidati per i vari premi, si passa alla votazione di una giuria internazionale di esperti. Un po’ come avviene per il Pallone d’Oro, pure se questo è forse più votato alla cronaca mentre l’Iffhs si sente sorretto da un afflato di analisi storica. 

Quindi Mourinho e Spalletti ci stanno benissimo, non parliamo di Ancelotti. Il portoghese ha già vinto quattro volte (2004, 2005, 2010, 2012), il che fa record. E Carlo due, come Marcello Lippi che fu il primo a essere scelto, nel 1996. È stato più che sufficiente per José fare qualcosa di Special, cioè condurre la Roma al primo trofeo europeo della sua vicenda agonistica. O al secondo, se insieme con la Conference League del 25 maggio scorso si considera la Coppa delle Fiere. Il successo lo ha reso per di più il primo allenatore a mettere le crocette su tutte e tre le coppe attualmente in uso. 

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A Spalletti è bastato, se vogliamo, ancora meno. Un’epifania di pochi mesi, il tempo di colpire al cuore la Serie A e l’Europa prima che tutto si arrestasse alle rive del Mondiale. La fuga impostata in campionato con un Napoli ricostruito dalle fondamenta in estate. E soprattutto, bisogna suppore, il fragoroso spettacolo nel girone di Champions League, i venti gol segnati, lo sbriciolamento sistematico dell’Ajax, l’abbattimento a colpi d’ascia del Liverpool di Klopp, per nulla cancellato dalla sconfitta di Anfield nell’ultima giornata, quando la qualificazione era sigillata. Può essere che il meglio debba ancora venire. Intanto i professori dell’Iffhs ritengono di avere strabuzzato gli occhi abbastanza. 


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