Zaniolo e la Roma, si sono fatti tutti male

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Zaniolo e la Roma, si sono fatti tutti male© AS Roma via Getty Images
Ugo Trani
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Facciamoci del male. Capricci, dispetti e, perché no?, veleni di cui Mourinho, spettatore interessato di questo infinito braccio di ferro, avrebbe fatto volentieri a meno. La Roma e Zaniolo, in pieno mercato di gennaio, sono allo strappo finale. Nicolò si è chiamato fuori in anticipo dalla trasferta a La Spezia. Senza alcuna dichiarazione ufficiale, lo fanno sapere la società e il giocatore. Nicolò non se la sente di giocare: questione di testa e non per la sindrome gastrointestinale (fuori nell’ultima gara contro la Fiorentina). Ma a far discutere è la motivazione che ha spinto il calciatore a disertare il viaggio in Liguria: colpire Pinto che ha detto no a un’eventuale partenza in prestito. La mossa/ripicca ha l’impatto dell’autogol: ora Zaniolo rischia di passare dalla parte del torto. Anche perché ha rafforzato l’ipotesi perfida di Pinto nel pre-partita di Roma-Fiorentina: «Ci ha detto di avere la febbre, lo visiteremo martedì». Uno sgarbo tira l’altro, insomma.

Zaniolo vuole andare via

Perché ormai Nicolò vuole andar via e qualsiasi soluzione - non qualsiasi club, però - gli va bene pur di sfilarsi la maglia giallorossa entro il 31 del mese, deluso dal trattamento ricevuto. Non dall’allenatore che ha provato fino all’ultimo a riqualificarlo. Dalla società che, dopo il secondo infortunio al ginocchio, non ha mai dato l’impressione di voler puntare su di lui, rinnovandogli il contratto. Nemmeno dopo il gol di Tirana che ha permesso ai giallorossi di conquistare la Conference. Non esistono, comunque, vincitori e vinti nella vicenda. La strategia scelta dal club è stata deleteria. I bluff e i ritardi sia sulla questione contrattuale sia sulla cessione per certi versi annunciata hanno fatto degenerare la situazione. Se alcuni comportamenti di Zaniolo - e insieme le prestazioni stagionali - sono da bocciare, stesso discorso va fatto per gli errori e le gaffe che accompagnano Pinto da mesi. Il gm è costretto a fare una plusvalenza entro il 30 giugno: ecco perché Nicolò non può andar via in prestito. Ma non si capisce come mai abbia aspettato per cederlo, rifiutando qualche off erta migliore ricevuta l’estate scorsa. Ha, dunque, contribuito alla svalutazione di un giocatore che va a scadenza tra meno di 18 mesi. Mourinho, intanto, fa scena muta anche alla vigilia dell’ultima partita del girone d’andata. Non vuole essere tirato dentro, diventando come spesso accade poi protagonista, alla nuova puntata del caso Zaniolo. La posizione di José è condivisibile. Sono la società e il calciatore a dover chiarire e non certo lui che ha solo preso atto della rinuncia alla convocazione da parte di Nicolò. Tra l’altro Mou sa benissimo di correre, in prima persona, il possibile nuovo rischio di questa stagione ad handicap: se il giocatore non va via in questa sessione invernale del mercato, tocca a José la gestione del calciatore fi no a maggio. Compito terribile pure per chi è Special.


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