Roma, ha ragione Mourinho: ecco perché i fischi a Pellegrini sono ingiusti

Il capitano giallorosso è stato criticato da parte dell'Olimpico: storia di un giocatore che si sacrifica sempre, a volte troppo
Roma, ha ragione Mourinho: ecco perché i fischi a Pellegrini sono ingiusti
Chiara Zucchelli
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Prima la cronaca, quella che non si può discutere: Lorenzo Pellegrini non è campione d'Europa perché due anni fa ha scelto di giocare un derby valido per il sesto o settimo posto in condizioni precarie. Si è fatto male, ha forzato per recuperare, si è rifatto male e tanti saluti al trono d'Europa. Un altro fatto, anche questo indiscutibile: quando sua moglie Veronica, sempre nel 2021, era alle prese con un parto a dir poco complicato, Lorenzo aveva il cuore con lei, e anche la presenza fisica, e la testa a Genova, dove la Roma avrebbe dovuto giocare. Mentre aspettava che nascesse Thomas, il suo secondo figlio, aveva il telefono in mano perché era stato prenotato un volo per portarlo, di corsa, dai compagni. Fu Guido Fienga a stoppare tutto e a dirgli di concentrarsi sulla famiglia. E fu sempre Guido Fienga a difenderlo, all'Ansa, dopo che alcuni haters lo avevano attaccato sui social proprio mentre annunciava la seconda paternità al grido di: "Fai meno figli e più gol". Frasi ignobili che Pellegrini ha mandato giù perché sa perfettamente che un capitano, a volte, finisce nell'occhio del ciclone. E lui è un capitano in tutto e per tutto.

Roma, il perché dei fischi a Pellegrini

Anche se non ha la classe cristallina di Totti (ma chi ce l'ha nella Roma? Dybala a parte...) e la vena di De Rossi (ma chi ce l'ha nella Roma?) Lorenzo Pellegrini è un giocatore che ogni allenatore, da Mancini a Mourinho, passando per Fonseca e Ranieri, mette sempre in campo. E lui in campo ci va, anche quando dovrebbe fermarsi perché in settimana non si è praticamente mai allenato. "La gente non sa o non capisce i sacrifici", ha sentenziato oggi Mou, l'allenatore che lo ha fatto esprimere al meglio e lo schiera di continuo. I muscoli di Pellegrini spesso lo tradiscono, lui è uno che, famiglia a parte, vive per la Roma ed è un professionista totale: ha un suo staff che lo segue ogni secondo quando non è a Trigoria, fa una vita rigorosissima e non è mai finito sui giornali per motivi extra-campo. Quest'anno, finora, non ha avuto il rendimento perfetto della scorsa stagione, ma Mourinho gli ha chiesto quasi ogni settimana un sacrificio anche maggiore: ha giocato mercoledì tutta la partita e oggi idem, anche se faticava persino a correre. Per questo i fischi dell'Olimpico - pochi, ma molto netti e chiari - sono stati ingiusti, severi, eccessivi. Con Mourinho e i compagni completamente dalla sua parte ci metterà poco, però, a superare anche questa piccola grande delusione.


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