Dybala, il derby come Joya

È al debutto nella stracittadina: se segna, diventa il primo sudamericano a riuscirci a Torino e a Roma
Dybala, il derby come Joya© BARTOLETTI
Roberto Maida
5 min

ROMA - Prima di tuffarsi nel fiume del derby, José Mourinho ha voluto surfare sull’onda emotiva dell’oceano basco. I social della Roma lo hanno ripreso mentre, in beata solitudine in mezzo al campo, si godeva i cori personalizzati dei 1.400 tifosi arrivati all’Anoeta per spingere la squadra verso i quarti di finale. Mourinho li ha guardati a lungo, mentre quelli della Real Sociedad avevano lasciato da un’ora le tribune, e li ha salutati tre o quattro volte, sempre più convinto, come a certificare un legame superiore a ogni vincolo contrattuale: la felicità è oggi. 

L'investitura

Avrà pensato, Mourinho, che la Roma adesso è entrata nella Top Eight di Europa League ma anche nella Top Ten del ranking Uefa, agganciando l’Ajax in classifica: le basterà pareggiare una delle due partite con l’altra olandese, il Feyenoord dei bei ricordi albanesi, per allontanarsi definitivamente e stabilire un record: mai il club nella sua storia ha chiuso una stagione tra le prime dieci del calcio europeo. E’ evidente però che in una città come Roma, affamata di orgoglio oltre che di gloria, il passato e il futuro vengano sballottati dalle tensioni imminenti. Belle le partite internazionali, eh, ma niente è comparabile all’adrenalina che trasmette alle tifoserie il derby. In quest’ottica Mourinho si augura di rivedere al massimo delle sue potenzialità il calciatore prediletto: Paulino Dybala, che a San Sebastian ha sofferto una partita non adatta al talento soffice ma che contro la Lazio è chiamato a disegnare una differenza. Con due punti di ritardo sui rivali cittadini, l’eventuale sorpasso peserebbe tantissimo sulla corsa Champions.

Emozione

È il suo primo derby romano. A novembre la sfida capitò quasi alla fine della convalescenza, a due passi dal Mondiale. Dybala si presenta da debuttante sulla scia dei 6 gol segnati nel 2023, che hanno portato a 13 il totale in stagione. Ma soprattutto si espone al termine di un periodo di gestione quasi perfetta delle sue preziose fibre. Un tempo domenica scorsa contro il Sassuolo, 75 minuti contro la Real Sociedad: e tutti gli esperti di preparazione atletica sanno quanto pesi sull’equilibrio neuromuscolare proprio l’ultimo quarto d’ora delle partite. Contro la Lazio insomma il fardello della stanchezza per lui sarà relativo. 

Lo stimolo

Tra l’altro l’avversario tradizionalmente lo esalta: gli ha segnato già 7 gol in carriera. Se dovesse arrivare a 8 domani sera, diventerebbe il primo calciatore sudamericano a griffare sia il derby torinese che quello romano. Finora ci sono riusciti solo Nedved (Lazio e Juventus), Pjanic (Roma e Juventus) e Ljajic (Roma e Torino). Uno stimolo supplementare in una vigilia che già di suo ha la tendenza ad autoalimentarsi. Dybala ha già concesso molti sogni alla sua nuova tifoseria, non solo perché ha saputo risolvere da solo partite complicate ma anche perché ha risvegliato il garbo di un calcio antico, fatto di classe più che di struttura. Ma a un romanista (o a un laziale, dall’altra parte) devi regalare anche un gol in un derby per entrargli definitivamente nel cuore. Questa può essere l’occasione migliore. Non è una partita che «sembra un preliminare di Champions», come definì l’allenatore Rudi Garcia lo spareggio per il secondo posto giocato alla penultima giornata del campionato 2014/15, ma è un bivio da non sbagliare anche a 12 partite dalla fine. Per raggiungere l’obiettivo dichiarato dalla società, un posto nel bellissimo salotto europeo della prossima stagione, c’è sempre la possibilità di vincere l’Europa League, come ha fatto l’Eintracht Francoforte lo scorso anno. Ma è preferibile restare con i piedi per terra e tenere aperta l’ipotesi di agganciare il quarto posto: resta la via più facile, per ora. 


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