Roma, Abraham diventa un caso: Mourinho lo vede meno

Contro Juve, Real Sociedad e Lazio, tre esclusioni eccellenti per l’inglese che quando entra non lascia il segno
Roma, Abraham diventa un caso: Mourinho lo vede meno© AS Roma via Getty Images
Jacopo Aliprandi
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ROMA - Fuori dai titolari anche contro la Lazio. Fuori nelle partite più importanti degli ultimi due mesi. La Roma ha un grosso problema con Tammy Abraham, ormai diventato il fantasma di quello visto la scorsa stagione. Passano le settimane, passano le partite da giocare, eppure i miglioramenti che Mourinho e lo staff prevedevano non sono arrivati. Almeno non del tutto. Bene l'atteggiamento, buoni anche alcuni assist preziosi - soprattutto all'inizio del 2023 -, ma continua a mancare il fattore determinante per un centravanti titolare e pagato due estati fa oltre 40 milioni di euro: i gol. Quelli sono pochi, anzi, pochissimi.

Fuori nelle gare decisive

Solamente sette in questa stagione: sei in campionato e uno in Europa League. L'irriconoscibile Abraham adesso sta diventando sempre di più un caso, e anche il tecnico se ne è accorto e ha scelto di escluderlo dai titolari nelle gare più importanti di questa seconda parte di stagione. Fuori nel match di ritorno contro la Real Sociedad, fuori contro la Juventus e, ieri, fuori contro la Lazio. Quella che esattamente un anno fa aveva annientato praticamente da solo con una doppietta e un entusiasmo totalmente diverso da quello che adesso i tifosi non percepiscono più in lui. Contro gli spagnoli Mou gli ha preferito Belotti, così come nel derby, mentre con la Juve ha optato per un tridente senza centravanti. Questo perché il tecnico vede maggiore vivacità nel reparto offensivo senza l'inglese, condannato per tre volte alla panchina e a subentrare nei minuti finali, senza a riuscire a incidere. Contro il Sassuolo a cavallo tra la gara contro la Juve e quella europea, Abraham ha giocato 77 minuti: risultato deludente, sconfitta pesante e nessun gol per lui.

Senza gol

E il digiuno si allunga. Abraham infatti non segna dal 2 febbraio scorso, dalla gara contro l'Empoli terminata 2-0. Poi niente: un assist e nulla più, in un filotto di dieci gare. Complice sì quell'infortunio alla palpebra dell'occhio che lo ha costretto a giocare una partita con una maschera protettiva, ma senza mai dare l'idea di poter essere pericoloso o nel vivo dell'azione nelle gare successive. La Roma e i tifosi speravano di rivederlo al top in questo periodo, quando esattamente un anno fa aveva regalato il passaggio ai quarti di finale di Conference con un suo gol al 90' contro il Vitesse e quelle due reti nel derby appena tre giorni dopo. Invece Mourinho - che lo vede allenarsi tutti i giorni - lo ha lasciato in panchina preferendogli un Belotti, più vivo nell'azione e più dinamico. Seppur mai a segno in campionato. E questo la dice lunga sulle possibilità del tecnico e sulle sue scelte in attacco. Di fatto Tammy si è fermato al 5 maggio scorso, al gol decisivo in semifinale di Conference contro il Leicester. Da lì in poi non è più stato lo stesso, e la Roma ha perso peso davanti.


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