Roma, parla Faticanti: "Voglio l’Europeo e imparo da Matic"

Intervista al capitano della Primavera giallorossa e dell'Italia Under 19: le sue parole
Roma, parla Faticanti: "Voglio l’Europeo e imparo da Matic"© AS Roma via Getty Images
Giorgio Marota
4 min

c’è neppure bisogno di chiedere a Giacomo Faticanti chi o cosa voglia diventare da grande: tifa Roma, indossa la 16, gioca davanti alla difesa e porta la fascia di capitano sia in giallorosso sia in nazionale. I paragoni sono sempre scomodi a 18 anni (età nella quale ci si perde in un attimo) e non ne faremo. Ma c’è talmente tanto di De Rossi in questa storia che è difficile immaginare un finale diverso. Faticanti piace a tutti: i compagni lo descrivono come un leader e gli allenatori gli consegnano le chiavi del centrocampo. Poi c’è una curiosa coincidenza del destino che lega Giacomo al suo idolo: De Rossi nel 2002 fallì con la Nazionale Under 19 la qualificazione alla fase finale dell’Europeo, mentre lui può raggiungerla oggi alle 12 contro il Belgio. A Brema l’Italia potrebbe scendere in campo per il pari se la Slovenia non vincesse con due gol di scarto contro la Germania. 

Faticanti, lo 0-0 di sabato con gli sloveni grida vendetta... 
«Saremmo già qualificati se li avessimo battuti, è vero. E dopo aver superato la Germania poteva sembrare scontato. Ma ci abbiamo provato in tutti i modi. Li abbiamo chiusi nella loro metà campo, senza sottovalutarli, non è bastato».

Italia-Belgio che partita sarà? 
«Una finale. Hanno tutti paura di questa Italia e non ci accontenteremo del pareggio. Davanti il Belgio è una squadra fortissima, dietro qualcosa concede».

Si diceva fosse un gruppo di ferro questo. La cosa vi ha motivato? 
«Un po’ sì. Noi siamo una famiglia, una squadra che ci mette il cuore in tutto quello che fa. Non siamo perfetti, ma chi lo è?».

Da capitano li motiva in questo modo i suoi compagni? 
«Per me è un onore guidarli in campo. È davvero un sogno essere capitano sia della Primavera della Roma, la squadra del cuore, sia della nazionale Under 19».

Lei ha già fatto l’Europeo U19 nel 2022. Non capita a tutti di giocarne due. 
«È una di quelle esperienze che ti restano dentro. Siamo stati eliminati da una grande Inghilterra, ma ci siamo qualificati al Mondiale Under 20».

Quanto si sente migliorato rispetto a un anno fa? 
«Tanto. Stare a contatto con la prima squadra ed esordire in Europa mi ha aiutato tanto. Vivi la quotidianità di un club importante, capisci le dinamiche dei grandi, vedi campioni che non si accontentano mai».

Da chi sta imparando di più? 
«Matic, un ragazzo straordinario e un esempio per me. Mi dà tanti consigli».  

E lo stage con il ct Mancini? 
«Lui punta tanto sui giovani e lo capisci subito. La prima cosa che mi ha detto è stata “pensa a divertirti, il resto viene dopo”».

Dicono che tutte le nazionali in qualche modo si somigliano. 
«Sì, cerchiamo di giocare seguendo la stessa filosofia. Questa cosa ci unisce come Club Italia, ci fa sentire parte della stessa storia. L’U19 di Bollini vuole vincere e fare un bel calcio».

Vi siete fatti una promessa in caso di qualificazione all’Europeo? 
«Io non sono scaramantico e una cosa nello spogliatoio ce la siamo detta: qualifichiamoci e poi andiamo a vincere l’Europeo perché possiamo farlo».

Il numero 16 non lo abbandona mai, vero? 
«Mai. È parte di me e lo indosso per il mio idolo». 

Sappiamo tutti chi è. 


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