Roma-Feyenoord, le mosse di Mourinho per la rimonta

Difesa protetta e pressing alto del reparto offensivo sugli avversari. Dybala è tornato ad allenarsi, ma il posto da titolare è in dubbio
Roma-Feyenoord, le mosse di Mourinho per la rimonta© BARTOLETTI
Jacopo Aliprandi
5 min

ROMA - In una Trigoria blindata la Roma si prepara per il secondo atto del quarto di finale contro il Feyenoord. Servirà una rimonta, servirà ribaltare il ko per 1-0 maturato all’andata, e per riuscirci la squadra si affida a lui, Mourinho, che di remuntade è il maestro. Cinque storiche nella sua carriera, dalla prima nel 2003 con il Porto all’ultima di due mesi fa con la Roma: cinque momenti indimenticabili per lui e per i club che ha allenato. Massima concentrazione al Fulvio Bernardini, testa solo alla partita e tanta segretezza: dal campo di allenamento sono stati fatti allontanare gli addetti ai lavori non necessari allo svolgimento della seduta, e a tutti è stato chiesto in questi giorni di dare il massimo per rendere perfetta la vigilia della sfida europea. Non sono serviti discorsi a Mourinho per far concentrare i suoi o motivarli: tutti vogliono la rimonta, tutti vogliono la semifinale battendo il Feyenoord e vincendo anche quel conto aperto con gli olandesi. 

Le rimonte

José Mourinho e la remuntada, un binomio ricco di successi e imprese: in Europa e con grandi club, tante sono state le partite passate alla storia per i capovolgimenti dei risultati delle sue squadre grazie al suo carisma, le idee tattiche e la qualità dei suoi giocatori. Sia nelle competizioni nazionali, sia in quelle europee. La prima, come detto, quando allenava il Porto, proprio nei quarti di Coppa Uefa nel 2003: sconfitta in casa all’andata per 1-0, ma nel ritorno una vittoria per 2-0 che spianerà la strada alla vittoria del torneo. Poi le due rimonte con il Chelsea, la prima contro il Barcellona nel 2005, la seconda contro il Psg nel 2014. La Roma ancora una volta si affiderà a lui per questa nuova missione, perché tante ne ha già vinte in questa stagione e mezzo di competizioni europee: la rimonta sul Bodø che nei quarti di Conference aveva vinto 2-1 all’andata, salvo poi prenderne quattro nel ritorno in un Olimpico di fuoco. Poi quella dello scorso febbraio sul Salisburgo, con la sconfitta dei giallorossi in Austria e la vittoria per 2-0 in casa. Ecco, esattamente il risultato che servirà alla Roma per battere il Feyenoord e volare in semifinale.

Torna Dybala

Mou lo farà con il suo gruppo, con i veterani di Tirana più gli importanti elementi arrivati in estate e che lo hanno aiutato a raggiungere questa sfida, oltre al momentaneo terzo posto in classifica. Quindi anche con Paulo Dybala che è riuscito a recuperare dall’affaticamento all’adduttore destro che lo aveva costretto a saltare la sfida contro l’Udinese e ieri si è allenato in gruppo tra i sorrisi dei compagni, del tecnico e anche dei dirigenti. Paulo sarà della partita, da valutare ancora se dal primo minuto o a partita in corso, e cercherà in tutti i modi di spingere i suoi verso la rimonta. Con la sua qualità, poi con le mosse tattiche del suo tecnico che cercherà un buon equilibrio tra i reparti per coprire il terzetto difensivo ma al tempo stesso alzare i baricentro, pressare alti gli avversari e dare profondità sia agli esterni sia al centravanti, con tutta probabilità Abraham.  

La spinta dei tifosi

Concentrazione, tattica, voglia di rivalsa, e passione. Quella che metteranno gli oltre 70mila tifosi che saranno sugli spalti a sostenere la squadra per quello che sarà il ventinovesimo sold out dell’era Mourinho. «Lo stadio giocherà con noi», ha detto il tecnico dopo la vittoria contro l’Udinese, e sicuramente sarà così. Perché già dalle ore successive sui social hanno cominciato a circolare messaggi, foto e video per caricare l’ambiente: «Questa notte è solo nostra!», lo slogan di una delle locandine virtuali più condivisa. Poi la richeista ai romanisti di cantare i cori della Curva Sud nel proprio settore, di portare una bandiera grande e sventolarla per tutta la partita. Voce e sostegno dai romanisti, grinta e cuore dai giocatori: Mou ha lavorato tanto sulla testa dei suoi per prepararli alla sfida. Servirà una rimonta, ma senza snaturare la propria idea di gioco. Saranno novanta minuti di fuoco. 


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