Roma al passo di Lukaku. Ora Mourinho ha una chance

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Roma al passo di Lukaku. Ora Mourinho ha una chance© LAPRESSE
Marco Evangelisti
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Come sette gol non capitano per caso, così non può essere puro frutto di fortuna la tripletta messa a segno dalla Roma. Mourinho, Dybala e Lukaku in lenta ma serrata successione ti cambiano la vita. Se proprio non stai sulle scatole al destino ti cambiano anche l’arredamento della sala d’armi, nella quale per cominciare è entrata una Conference e sarebbe entrata anche un’Europa League non fosse stato per quello che possiamo definire un abile colpo di mano.

Senza scendere in analisi di meriti e demeriti, diciamo solo che il quadro generale dà finalmente l’idea di un piano di crescita fondato sull’attenzione e la pazienza, un progetto di sviluppo sostenibile simile alla tessitura di una ragnatela. E se non è così allora riconosciamo perlomeno alla Roma un’esibizione di prontezza di riflessi e velocità di reazione. Mourinho era un’occasione unica e colta quella il resto è venuto di conseguenza, attraverso lo sfruttamento congiunto del carisma dell’allenatore e di un certo fascino che il nome della Roma nonostante tutto continua a emanare. Calore di storica fiamma lontana, però in fin dei conti le gesta degli antichi padri finiscono spesso per ricadere sui figli.

Roma, il rischio dell'attesa

Perciò qui non ci chiederemo, pure se sarebbe legittimo, che cosa sarebbe accaduto qualora, per esempio, Lukaku non fosse stato disponibile e la Roma si fosse trovata all’ultimo istante del mercato a spendere per avere un qualsiasi doppione di Belotti, da Scamacca a Zapata a Muriel, eccellenti professionalità che non ti cambiano la vita ma ti lasciano quella che trovano. Fuori tempo massimo per di più, a squadra impostata e preparazione completa. Ci sbilanceremo invece nel prevedere che con la rosa costruita prendendosi il rischio dell’attesa - e supplicando tregua alla sfilata degli infortuni - la Roma seguendo Mourinho ha l’opportunità di recuperare la penalizzazione autoinflitta con le prime partite buttate e inserirsi nell’assembramento che punta alla prossima Champions vitaminizzata. La dimostrazione, più ancora che nel secondo gol, quasi tottiano, di Dybala all’Empoli, sta in quello che introduce Lukaku tra i marcatori della squadra, con l’ultimo passo allungato per mettere fuori causa Berisha. Uno qualsiasi degli attaccanti della Roma nella scorsa stagione avrebbe concluso l’uno contro uno tirando in faccia al portiere. E questo fa qualche differenza.


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