Paulo Dybala rappresenta un po' l'infinito dilemma dell'essere umano: testa o cuore? La testa dice che si parla e si discute su un giocatore che ha quasi 31 anni, che fisicamente paga dazio a dei muscoli delicati e che il prossimo anno guadagnerà circa 8 milioni. Il cuore, però, dice che non c'è giocatore che scateni di più la fantasia dei media e dei tifosi: le maglie più vendute sono le sue, grandi e piccoli stravedono per lui, gli sponsor idem e anche le interviste sono sempre di livello altissimo. The Athletic e New York Times non è cosa da poco e non è cosa da poco neppure l'entusiasmo che suscita ovunque, da Roma a Perth, come dimostrano le centinaia di persone che ieri si sono messe in fila in Australia per lui, nonostante il diluvio. Dybala, paziente, ha fatto foto, firmato maglie della Roma, della Juventus e dell'Argentina, poi si è allenato con i compagni e nelle foto è apparso più sorridente rispetto agli ultimi giorni. Merito degli scherzi di Azmoun? Forse. Di sicuro, piano piano, sta smaltendo la batosta della mancata convocazione per la Coppa America. Da domani sarà in vacanza, in attesa di capire quello che sarà.
Dybala, cosa ha detto sul futuro e cosa vuole fare
Già, appunto: cosa sarà? Continuare a Trigoria, aspettare un'offerta dall'Europa, dire sì ai milioni arabi? Da come parla nell'intervista uscita ieri, e rilasciata una settimana fa, sembra che la Roma sia la sua priorità: «Sono in Italia dà quasi 12 anni e sto vivendo un momento incredibile. È difficile vedermi lontano perché sono diventato un uomo qui. Ma ovviamente c'è anche la curiosità di scoprire come potrei comportarmi in campionati importanti come la Liga e la Premier League». Arabia: mai menzionata. E, ancora: «A nessuno piace arrivare sesti. Avevamo una squadra per fare meglio di così. Abbiamo giocato molto bene ma alla fine siamo arrivati sesti e non sono soddisfatto. Avremmo potuto fare di più». Questo che significa? Dybala è disposto a restare anche senza Champions, ma sogna una Roma che parta per vincere: piazzamenti sì, ma soprattutto trofei. «Voglio vincere. Sono stato fortunato da aver avuto l'occasione di vincere tutti i trofei. A volte ho vinto e a volto ho perso. Il mio rimpianto è legato alle sconfitte nelle finali europee. Non ho mai vinto una Champions League oppure l'Europa League ma questo resterà il mio obiettivo. Voglio vincere tutto quello che posso con la Roma. Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta». Per tornare al top, magari, gli sarà anche utile un'estate di riposo: «Ho sempre cercato di migliorarmi, ho cambiato molte persone nel mio staff, mi sono sentito bene quest'anno». Evidentemente non abbastanza per Scaloni: «Penso di aver fatto delle cose ottime in queste stagione, ero fiducioso per cui per me è stato un duro colpo. Credo anche che sia difficile per l'allenatore dover scegliere. Rispetto la decisione, ho un ottimo rapporto con il ct e sicuramente ha preso la decisione per il bene della squadra». La testa e il cuore: Dybala dice quello che è giusto dica, razionalmente sa che è così, ma il colpo è stato duro. Al cuore, alla fine, non si può mentire.