ROMA - Le incomprensioni con De Rossi, ma non solo, gli avevano fatto venire qualche brutto pensiero. Dopo Roma-Empoli, Bryan Cristante ha incontrato a cena il procuratore Giuseppe Riso chiedendogli di esplorare il mercato in cerca di una nuova squadra. Era frastornato e sfiduciato. Non aveva manifestato esplicitamente alla società l’idea di andare via ma in cuor suo sperava che potesse accadere in extremis. Non è successo. E adesso Cristante dovrà guadagnarsi un posto in squadra perché l’arrivo di Manu Koné, unito all’acquisto dell’altro francese Le Fée, aumenta la concorrenza a centrocampo. A Torino, salvo decisioni punitive dell’allenatore, il problema non dovrebbe porsi perché Koné deve ancora allenarsi a Trigoria e Le Fée è infortunato, ma in prospettiva lo spazio si restringe. Cristante intanto, come Gianluca Mancini, è stato escluso da Spalletti nelle prime convocazioni del post Europeo, a conferma di un periodo di forma non proprio brillante: dopo sei anni di Roma nei quali tutti i tecnici (Di Francesco, Ranieri, Fonseca, Mourinho, lo stesso De Rossi) lo hanno considerato quasi insostituibile, niente è più come sembra: il suo contratto scade nel 2027, è stato rinnovato lo scorso anno a circa 3 milioni a stagione. Anche per questo Riso, quando ha parlato a diverse squadre (per esempio la Fiorentina, che poi ha preso Bove), ha trovato scarso entusiasmo. Era obiettivamente troppo tardi per allestire una trattativa e portare a Trigoria un’offerta da 20 milioni, come avrebbero desiderato i dirigenti.
Cristante si rimette in gioco
Da oggi si apre un’altra pagina. De Rossi ha spiegato chiaramente in conferenza stampa che Cristante, Pellegrini e Paredes dovranno confrontarsi con una realtà nuova, di tanto in tanto: la panchina per scelta tecnico-tattica. Per uno come Bryan, abituato a non comparire mai nelle formazioni estive per poi puntualmente giocare più minuti di tutti i compagni di reparto, sarà una sfida nuova da vincere, anche in prospettiva azzurra. Sui social media è uno dei giocatori più criticati ma nello spogliatoio la sua voce conta molto. Ne terrà conto De Rossi, che ha smontato il caso della lite in poche frasi («E’ durata dieci secondi, il giorno dopo ci siamo abbracciati senza nemmeno parlarne più di tanto») ma domenica, dalla panchina, lo ha criticato esplicitamente e reiteratamente fino alla sostituzione.