Se De Rossi aveva metabolizzato la sterzata tattica, a Ivan Juric verrà naturale insistere sulla strada intrapresa dal collega che ha sostituito: dal Crotone al Torino, passando per Genoa e Verona, la difesa a tre è stata un dogma assoluto. Ma la nuova Roma cambierà completamente i princìpi di gioco, soprattutto quando non avrà il controllo del pallone. La squadra difenderà uomo contro uomo a tutto campo, filosofia che Juric ha imparato in età giovanissima da Gasperini. Proprio Gasperini, tra l’altro, ha ufficializzato l’arrivo alla Roma dell’allievo prediletto in conferenza stampa, precedendo di qualche ora l’annuncio del club.
L'attacco
Per muovere il pallone invece Juric ama costruire il gioco sulle fasce, con giocatori che corrano avanti e indietro e sappiano innescare i tre attaccanti. Anzi i due trequartisti e la punta centrale, telaio al quale ha rinunciato malvolentieri nell’ultimo anno al Torino per favorire l’inserimento di Duvan Zapata. Già ma, dopo l’infortunio di Saelemaekers, chi tra gli esterni in un ipotetico 3-4-2-1 ha le caratteristiche per interpretare al meglio la doppia fase chiesta da Juric? A sinistra la rosa sembra comunque sufficientemente coperta con Angeliño ed El Shaarawy. Il buco enorme, che non è stato riempito dal mercato, è sulla fascia destra dove Celik non è il giocatore ideale per andare sul fondo a disegnare il cross. Tanto meno il saudita misterioso, Abdulhamid. Potrebbe andare lo stesso El Shaarawy ad aumentare il tasso di qualità, come per esempio ha fatto a Genova nell’ultima partita di De Rossi. Oppure Zalewski, se la società deciderà di reintegrarlo dopo la lettera inviata dal legale.