Gli è stato detto di tutto e di più il giorno dell’esonero di De Rossi. Anche frasi irripetibili e insulti deplorevoli che possono soltanto essere condannati. Si parla di calcio, ma fuori dal Fulvio Bernardini si sono sentite anche minacce di morte. Che fossero poi pronunciate da ragazzini è indifferente, anzi, è altrettanto grave. E allora non c’è da stupirsi se Lorenzo Pellegrini non si sia fermato a dare spiegazioni al termine della giornata dell’esonero di DDR e dell’arrivo di Juric. Anche perché qualche ora prima non ha saputo darne quando invece ha cercato di rispondere a qualche romanista che aveva bloccato la sua macchina: «Quanti altri allenatori dobbiamo cambiare?», la provocazione di un tifoso a cui è seguita la risposta del capitano giallorosso «Non dovete dirlo a me». Una frase non banale, ma che rimanda ogni decisione tecnica alla dirigenza con cui Pellegrini non è in questo momento in ottimi rapporti.
Pellegrini, rapporti tesi con la società
In questo momento c’è tensione tra le parti. Complice inevitabilmente l’addio di De Rossi a cui Pellegrini era legato. L’esonero dopo quattro giornate ha spiazzato tutta la squadra ma ha davvero scioccato Lorenzo che è rimasto profondamente turbato dalla decisione dei Friedkin. Non si è dato pace quel mercoledì mattina quando già al Fulvio Bernardini ha appreso dell’esonero dallo stesso DDR che fino a pochi minuti prima stava preparando l’allenamento da far svolgere ai suoi. Pellegrini insieme a Mancini ha chiesto udienza alla dirigenza giallorossa, ha chiesto spiegazioni sull’allontanamento della bandiera giallorossa ma anche il suo reintegro. Non c’è stato verso, sopratuttto dopo la pubblicazione del comunicato ufficiale sul sito. Ma i toni si sono accesi dopo aver saputo che la dirigenza lunedì scorso, quindi due giorni prima, aveva contattato sei giocatori (tra questi anche Dybala e Paredes) per capire se il gruppo fosse tutto con il tecnico. Da loro è arrivato un secco sì, che non è bastato però al tecnico per mantenere la panchina. Ma il fatto che né il capitano né il vice siano stati interpellati in questo primo confronto non è andato giù a Pellegrini e lo ha ribadito alla società.
L'obiettivo del capitano Pellegrini con Juric
Adesso Pellegrini deve voltare pagina e concentrarsi sul campo. Risultati deludente della squadra, prestazioni negative da parte sua, la contestazione dei tifosi: un periodo no che va cancellato con l’unico modo possibile, le vittorie. Lorenzo non sta vivendo stagioni memorabili e la tifoseria sembra aver terminato la pazienza: più di una volta sono arrivati fischi nei suoi confronti, fuori da Trigoria una pioggia di critiche e anche la richiesta di togliersi la fascia da capitano. Troppo silenzioso e poco leader per chi era abituato a figure divine come Totti e De Rossi. Irraggiungibili per chiunque. Lo spogliatoio è con lui, con la tifoseria deve ritrovare quel rapporto perso nel tempo. Un feeling che può rinascere solo con il lavoro in campo.