Roma e i Friedkin, l'amante e l’amata moglie

Leggi il commento del direttore del Corriere dello Sport - Stadio
Ivan Zazzaroni
2 min

Vorrei poter credere ai Friedkin, al comunicato col quale ribadiscono l’impegno (totale) nella Roma, «club iconico», sottolineano. Ma faccio fatica, tanta. Sulle prime mi è venuta in mente la storia del marito che si fa l’amante più giovane e poi, scoperto, dichiara imbarazzato che «la moglie è la donna più importante della sua vita».

L’Everton significa purtroppo la Premier, il campionato più prestigioso al mondo, il più seguito, il più ricco, quello che dà più luce (profile) a chi ne fa parte, soprattutto se straniero e con una gran voglia di farsi conoscere all over the world.

L’Everton ha 400 milioni di debiti, ma anche uno stadio nuovo di zecca, un potenziale enorme e favolosi margini di crescita. Da quelle parti il sold out è peraltro naturale, quasi fisiologico: non c’è bisogno di ricorrere a Mourinho o a De Rossi per riempire continuamente lo stadio.

Vorrei poter credere ai Friedkin, ripeto: alla proprietà americana che antepone il nostro povero torneo a quello inglese e che gli investimenti li divide equamente per due, e comunque li divide. Ma servirebbe un segnale più concreto di un semplice comunicato allo zucchero di canna, pur se apprezzabilissimo.

Da oltre un anno si favoleggia di offerte arabe per la Roma, da mesi però i sauditi non sembrano più intenzionati a mettere centinaia di milioni (a vuoto) nel calcio europeo e in particolare dalle nostre parti. Oltretutto si sono messi a risparmiare anche a casa loro.


© RIPRODUZIONE RISERVATA