All'Inter basta un tiro di Lautaro, per la Roma fischiata è notte fonda

La squadra di Inzaghi passa all'Olimpico grazie a un gol dell'argentino che si approfitta di una dormita di Zalewski e Celik. Per Juric solo un punto in due partite
Chiara Zucchelli
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Alla fine la cosa più bella di Roma-Inter è stata quando, a metà del secondo tempo, tutto lo stadio si è unito in un applauso, con striscioni, per le vittime dell'incidente di Foggia in cui sono morti tre tifosi. È stato un attimo, un minuto scarso, che ci ha ricordato come il calcio sappia tirare fuori anche il bello delle persone. Per il resto, tornando a parlare di pallone che rotola, Roma-Inter tutto è stata tranne che una partita spettacolare. L'ha portata a casa la squadra di Inzaghi che pur non giocando una gara indimenticabile l'ha vinta con un gol, dopo un'ora, di Lautaro Martinez. Il gol decisivo del capitano nerazzurro arriva perché, sotanzialmente, la Roma si addormenta: prima crolla Zalewski, con la squadra in attacco, sul pallone e si fa rubare tempo e azione da Frattesi, poi è Celik ad andare molle su Lautaro che aveva ricevuto, non benissimo, il pallone dallo stesso Frattesi. Svilar non può niente: nel primo tempo era stato graziato dalla traversa su Mkhitaryan, nella ripresa ha salvato il risultato con una super parata su Dumfries, ma sul tiro dell'argentino neppure lui è riuscito ad intervenire.

Roma, chi segna?

E la Roma? Non pervenuto Dovbyk, non pervenuto Dybala, gli unici tiri pericolosi nel primo tempo hanno portato la firma di Pellegrini: Sommer prima si è salvato dalla clamorosa autorete con un palo, poi è stato bravo a respingere sia lui sia Soulé all'ultimo secondo. Non brillante, la Roma di Juric, non brillante neppure l'Inter di Inzaghi, limitata anche dai due cambi iniziali visto che Calhanoglu e Acerbi, per motivi fisici, hanno dovuto lasciare il posto a Frattesi e de Vrij. Juric ce l'ha messa tutta per limitare i nerazzurri con un 3-4-2-1 che in fase offesiva diventava un 4-2-3-1 ma contro una squadra così forte, seppur non in serata, serviva la partita perfetta. E la Roma non l'ha fatta. Perché quando tutto gira male ci si mettono anche gli errori individuali a peggiorare le cose. La classifica, d'altronde, parla chiaro: Inter seconda a 17 punti, Roma decima a sette lunghezze di distanza con appena due partite vinte. E il quattordicesimo attacco del campionato. Non era colpa di Mourinho, non era colpa di De Rossi, non è colpa di Juric. Il problema è che sembra difficile, oggi, trovare soluzioni. E i tifosi lo avvertono sulla pelle: entrati al 15' in Curva Sud, hanno cantato durante tutta la partita, limitandosi a un paio di strisiconi contro la proprietà. I fischi sono arrivati solo durante le sostituzioni e a fine partita. Ma neppure questo è bastato a svegliare la Roma. Chissà cosa avrà pensato in tribuna Kevin Strootman: quanto servirebbe a questa squadra.


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