Soulé, la frase di Juric: "Ha giocato tanto". È davvero così? Come stanno le cose

L'allenatore parla del giovane argentino arrivato in estate ma i numeri non confermano del tutto la sua tesi
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È stato il colpo dell'estate romanista, il giovane talento su cui investire fiducia, tempo e soldi (30 milioni complessivi). Doveva essere l'alternativa a Dybala o in senso stretto (prendere il suo posto in caso di cessione di Paulo) o in senso più ampio, qualora fosse rimasto: giocare con lui e al suo posto per permettere all'amico di rifiatare. Matias Soulé non è stato, per ora, niente di tutto questo e di lui nelle ultime settimane si è parlato più per i meme in tribuna a Firenze quando è stato inquadrato con Ballardini che per il lavoro in campo. Soulé non è al top, è stato debilitato da una brutta influenza (e allora perché portarlo al Franchi per fargli prendere freddo in tribuna?) e contro il Torino è rimasto in panchina. In questo momento ha davanti Dybala e Baldanzi: il primo è semplicemente il leader della Roma, il secondo cresce settimana dopo settimana. E lui? Si dà da fare, lavora, vive con la fidanzata e spesso con la famiglia d'origine, è seguito in tutto e per tutto da persone di sua fiducia e l'ambientamento romano procede benissimo. Quello in campo meno. Juric, oggi in conferenza, ha detto giustamente che ci vuole tempo ma che, al tempo stesso, Soulé "ha giocato tantissimo". Ma è davvero così?

Soulé alla Roma: quante partite ha giocato con De Rossi e Juric

Da quando c'è il tecnico croato Soulé ha giocato sei partite su nove con una media inferiore ai 48' a incontro. Un tempo e poco più. Considerando anche la gestione De Rossi le partite sono 9 con una media di 56'  a incontro. Tanto? Abbastastanza, anche se non tantissimo. In assoluto, su 13 partite disponibili l'argentino è partito dall'inizio 6 volte e non sono poche: non è però mai riuscito a incidere. La situazione della Roma non lo ha aiutato: hanno faticato, e faticano, giocatori più esperti di lui, ci sta che soffra un ragazzo di appena 21 anni che sta patendo anche il salto dalla provincia all'Olimpico: lo scorso anno, in questo periodo, a Frosinone era già a quota 5 gol e saltava l’uomo come Kvara o Leao nei giorni di grazia. Oggi sembra l'ombra di se stesso ma su una cosa Juric ha ragione: "Anche se non c'è, serve tempo. E serve anche pazienza".


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