ROMA - La prima domanda che dobbiamo porci quando immaginiamo il futuro allenatore della Roma è: chi lo sceglie? I Friedkin, rispondendo con il pilota automatico. Ma l’analisi andrebbe approfondita tra algoritmi, consulenze, imbeccate che i presidenti pagano profumatamente per arrivare alla soluzione più adatta. E’ un tourbillon continuo di informazioni tra le quali è complicato districarsi, perché la condizione principale che Friedkin senior impone agli interlocutori è la riservatezza assoluta. Allora, nel casting frenetico che condurrà verso il successore di Juric bisognerà probabilmente attendere le battute finali per conoscere la verità: la Roma non sa ancora neanche quando tornerà ad allenarsi, senza 14 giocatori impegnati con le nazionali, e potrebbe farlo agli ordini dell’allenatore della Primavera, Gianluca Falsini. La ripresa Trigoria al momento è fissata per giovedì, ovviamente suscettibile di variazioni. La crisi tecnica sta assumendo sembianze grottesche.
Roma, Ghisolfi ds senza portafoglio
Evidentemente la figura di Florent Ghisolfi, il direttore sportivo che domenica ha parlato (ancora in francese) ai tifosi inferociti attraverso i microfoni, non avrà un peso rilevante nella decisione. E’ stato lui stesso ad ammetterlo in qualche modo in sala stampa, quando ha chiarito che dopo il 5-1 di Firenze «i Friedkin hanno ritenuto che non fosse il momento giusto per esonerare Juric». Il senso è che Ghisolfi avrebbe cambiato allenatore un paio di settimane prima e soprattutto avrebbe richiamato De Rossi, la soluzione più logica quanto improbabile. Ma è stato stoppato. Al di là di una maggiore visibilità, i poteri attribuiti al giovane dirigente sembrano rimasti gli stessi rispetto all’era Souloukou: limitati. Non a caso è atteso l’arrivo del nuovo amministratore delegato, che avrà il compito di trasmettere stabilità e autorevolezza a tutte le componenti del club.
Roma, il casting degli allenatori
In questi giorni si sentono mille sussurri da parte di chi pensa di aver capito i Friedkin, che ieri sono stati segnalati a Londra. Ma siamo sicuri che chi decide, cioè il padrone, abbia le idee così chiare e definite? Se così fosse, perché il nuovo allenatore non sarebbe ancora stato annunciato? Nei casi precedenti di svolta tecnica, i Friedkin hanno sempre accompagnato in poche ore il comunicato dell’esonero a quello dell’ingaggio. Stavolta la nebbia è fitta. E così la caccia al nome giusto continua, senza riferimenti precisi, disorientando la tifoseria. Rudi Garcia, che ha avuto contatti con persone che parlavano a nome della Roma, ieri era a Doha per un seminario tra allenatori. Ovviamente sarebbe ben lieto di tornare a Trigoria ma la sua candidatura sembra già tramontata. Un altro profilo del quale si parla molto è Edin Terzic, tedesco di origini bosniache, attualmente libero dopo aver conquistato la finale di Champions League con il Borussia Dortmund. E’ il cavallo di Ghisolfi, che lo aveva contattato già a settembre, dopo l’esonero di De Rossi. Ma non sembra interessato a salire su un treno in corsa. Per il resto, occhio ai soliti noti: dal sogno Allegri, che fino a ieri non era stato contattato, all’evergreen Mancini, pure mai sentito dai Friedkin. Ranieri? Perché no, è l’aggiustatore per eccellenza e potrebbe calmare almeno un po’ la piazza. Dal mazzo potrebbe però uscire il classico mister X tra i professionisti occupati, tipo Vincenzo Montella che da ct della Turchia se la passa bene ma alla Roma non potrebbe dire di no, o tra uno dei tanti stranieri oggi senza contratto: la lista è lunga, da Xavi a Ten Hag passando per Potter.
Roma, Juric ignorato dai suoi ex giocatori
Intanto Juric è tornato nella sua Verona, comprensibilmente affranto per la deriva dei suoi 53 giorni a Trigoria. Qualcuno sostiene che il rapporto con la squadra sia stato ottimo, in tanti a parole avevano assicurato di essere dalla sua parte. Ma a quasi 48 ore di distanza dall’addio, nessuno ha pubblicato un messaggio di saluto e/o solidarietà verso l’ex allenatore, uomo di grande dignità. Probabilmente il silenzio è dovuto anche all’opportunità di non stuzzicare il livore della tifoseria. Ma allo shock dell’allontanamento di De Rossi lo spogliatoio reagì in modo molto diverso, manifestando sincero rammarico. E in campo si è visto.