Perotti esclusivo: "La mia nuova vita dopo il calcio. E su Dybala..."

L'argentino si racconta a due mesi dal suo addio all'attività: "Mati e Paulo top, garanzia Ranieri"
Perotti esclusivo: "La mia nuova vita dopo il calcio. E su Dybala..."© LAPRESSE
Jacopo Aliprandi

Diego Perotti nella Capitale è soprannominato “l’uomo della provvidenza”, dei gol allo scadere nelle partite indimenticabili. Ha segnato la rete della vittoria romanista nella gara d’addio di Totti, consentendo la qualificazione alla Champions, due anni dopo ne ha fatto un altro decisivo allo scadere per giocare l’anno successivo in Europa League. Era l’ultima partita di De Rossi in campo e di Ranieri in panchina. Incroci del destino, immagini senza storia e che Perotti custodisce gelosamente tra i suoi ricordi: «Non sono mai stato un grande bomber, quindi aver segnato in quelle due gare così emotivamente e sportivamente importanti mi ha regalato un legame eterno con la Roma e i suoi tifosi. La chiamata di Maradone nell’Argentina e questi due momenti sono gli episodi più importanti della mia carriera. Sono entrato nella storia di tre personaggi simbolo di questa città, per me resterà per sempre un onore e un privilegio».

E adesso, cinque anni dopo, “Mister Wolf” Ranieri è tornato sulla panchina della Roma per risolvere i problemi.

«Ranieri è la persona perfetta per questo momento così delicato. Conosce la piazza, l’ambiente come anche De Rossi che secondo me avrebbe meritato altro tempo per sistemare la squadra. Ora con Claudio la Roma è andata sul sicuro, per me è una scommessa già vinta e riporterà la squadra in alto. È la persona perfetta, sa cosa si mette sulle spalle, ha il supporto dei tifosi e per come ha vissuto il calcio può aiutare sia lo spogliatoio dei grandi sia i più giovani. È la soluzione giusta per ripartire, la più concreta e la più adatta».

Che tipo è Ranieri nello spogliatoio?

«Il mister dà la carica rimanendo tranquillo, senza urlare, e questo non tutti sono in grado di farlo. Ti tiene concentrato, ti fa uscire la grinta e la cattiveria senza però dover dare mille indicazioni con gesti, urla o insulti. Trasmette chiarezza, è sempre vicino ai giocatori, è una figura paterna per lo spogliatoio. Nei momenti delicati, come questo in cui la pressione e la tensione avvolgono lo spogliatoio, Ranieri sa come riportarti alla calma, alla lucidità e all’attenzione della partita, indirizzando il focus esclusivamente su quello che va fatto in campo. Non ha mai bisogno di alzare la voce per farsi sentire. E poi è bellissimo vedere un tecnico che ama risolvere i problemi, soprattutto quelli della squadra del suo cuore: per questo motivo ha chiesto e continuerà a chiedere il coinvolgimento dei tifosi per aiutarlo in questa sua ennesima impresa. Questa squadra secondo me è fortissima, Ranieri riuscirà a valorizzarla».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’aiuto di Soulé e Dybala sarà importante.

«Matias per me è fortissimo, sono rimasto sorpreso che la Juve lo abbia lasciato andare. Per me diventerà un fuoriclasse, è un giocatore diverso per qualità e fantasia. È in un momento di difficoltà ma attenzione, non si nasconde e continua a chiedere palla, a giocare con libertà mentale per uscire da questa situazione. Gli servono due-tre gare fatte bene per emergere. C’è poco da dire su Dybala. Forse sottovalutiamo una cosa: è un campione del Mondo, ha tirato un rigore nella finale, ha qualità impressionanti. Non si può mettere in discussione, è il valore aggiunto della Roma e la guiderà anche in questa stagione».

Perotti, com’è la vita senza calcio giocato?

«Bella, non posso lamentarmi. Fortunatamente ho i figli, mia moglie, tanti hobby e naturalmente un lavoro che mi ha fatto andare avanti. Certo, resta un po’ il rimpianto di non essere riuscito a chiudere la carriera sul campo, per via degli infortuni, ma sentivo che era il momento di smettere. Quando due mesi fa ho dato l’annuncio, per qualche giorno ho sentito le fitte allo stomaco, inevitabile, ma adesso sto bene e vivo la mia vita senza rimpianti».

Ora il lavoro si è spostato fuori dal campo, ma sempre nel calcio.

«Lavorando con l’agente Diego Tavano e la BSM - Sport Management sto imparando e scoprendo un altro lato del calcio. Naturalmente più dietro le quinte, ma sempre a stretto contatto con giocatori e allenatori. Soprattutto perché questa è un’agenzia che tiene molto ai suoi assistiti, un aspetto importante per un atleta che vuole concentrarsi al 100% sul campo. E se posso aiutare mettendo la mia esperienza, ben venga: l’importante è sempre fare il bene del giocatore che supportiamo».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tornando indietro c’è qualcosa che cambierebbe nel corso della sua carriera?

«Sono sempre stato troppo negativo ed esigente con me stesso e questo non mi ha fatto godere totalmente i momenti migliori della mia carriera. Ho sempre pensato di non riucire a dare il meglio, c’erano delle notti in cui non dormivo e stavo male al pensiero di non fare il massimo. Anche parlando con uno psicologo non sono riuscito a superare questo mio stato negativo. Mi ammazzavo mentalmente, sono stato il nemico di me stesso. Chiaro, questo mio pensiero mi ha anche aiutato a tornare dopo gli infortuni, anche a rinascere calcisticamente in diverse situazioni, ma ho sempre visto più il bicchiere mezzo vuoto che mezzo pieno: la mia mentalità ha giocato contro di me».

Serve un aiuto psicologico nel calcio?

«Sì, e spero che i più giovani non abbiano paura di chiedere aiuto quando sentono questa negatività addosso, che non solo li danneggia da un da un punto di vista sportivo ma soprattutto umano. Il mental coach di squadra può essere un supporto fino a un certo punto: lo psicologo va cercato, ci devi parlare prima di capire se è la persona giusta con cui aprirsi e affrontare i tuoi problemi privati. Mi auguro che i ragazzi non si vergognino di chiedere aiuto, ma che possano aprirsi per affrontare e superare i loro problemi».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Diego Perotti nella Capitale è soprannominato “l’uomo della provvidenza”, dei gol allo scadere nelle partite indimenticabili. Ha segnato la rete della vittoria romanista nella gara d’addio di Totti, consentendo la qualificazione alla Champions, due anni dopo ne ha fatto un altro decisivo allo scadere per giocare l’anno successivo in Europa League. Era l’ultima partita di De Rossi in campo e di Ranieri in panchina. Incroci del destino, immagini senza storia e che Perotti custodisce gelosamente tra i suoi ricordi: «Non sono mai stato un grande bomber, quindi aver segnato in quelle due gare così emotivamente e sportivamente importanti mi ha regalato un legame eterno con la Roma e i suoi tifosi. La chiamata di Maradone nell’Argentina e questi due momenti sono gli episodi più importanti della mia carriera. Sono entrato nella storia di tre personaggi simbolo di questa città, per me resterà per sempre un onore e un privilegio».

E adesso, cinque anni dopo, “Mister Wolf” Ranieri è tornato sulla panchina della Roma per risolvere i problemi.

«Ranieri è la persona perfetta per questo momento così delicato. Conosce la piazza, l’ambiente come anche De Rossi che secondo me avrebbe meritato altro tempo per sistemare la squadra. Ora con Claudio la Roma è andata sul sicuro, per me è una scommessa già vinta e riporterà la squadra in alto. È la persona perfetta, sa cosa si mette sulle spalle, ha il supporto dei tifosi e per come ha vissuto il calcio può aiutare sia lo spogliatoio dei grandi sia i più giovani. È la soluzione giusta per ripartire, la più concreta e la più adatta».

Che tipo è Ranieri nello spogliatoio?

«Il mister dà la carica rimanendo tranquillo, senza urlare, e questo non tutti sono in grado di farlo. Ti tiene concentrato, ti fa uscire la grinta e la cattiveria senza però dover dare mille indicazioni con gesti, urla o insulti. Trasmette chiarezza, è sempre vicino ai giocatori, è una figura paterna per lo spogliatoio. Nei momenti delicati, come questo in cui la pressione e la tensione avvolgono lo spogliatoio, Ranieri sa come riportarti alla calma, alla lucidità e all’attenzione della partita, indirizzando il focus esclusivamente su quello che va fatto in campo. Non ha mai bisogno di alzare la voce per farsi sentire. E poi è bellissimo vedere un tecnico che ama risolvere i problemi, soprattutto quelli della squadra del suo cuore: per questo motivo ha chiesto e continuerà a chiedere il coinvolgimento dei tifosi per aiutarlo in questa sua ennesima impresa. Questa squadra secondo me è fortissima, Ranieri riuscirà a valorizzarla».


© RIPRODUZIONE RISERVATA
1
Perotti esclusivo: "La mia nuova vita dopo il calcio. E su Dybala..."
2
Pagina 2
3
Pagina 3