Roma, per Ranieri un ruolo alla Ibra: avrà carta bianca

Dopo aver conquistato i Friedkin, vuole migliorare  la sua media-punti di allenatore: tutti i dettagli
Roberto Maida
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Potremmo definirlo così, aspettando la nomina del vero Ceo: amministratore delegato dell’area tecnica. Claudio Ranieri ha ottenuto pieni poteri dai Friedkin nella sua sfera di competenza. La Roma è nelle mani di un condottiero che conosce alla perfezione squadra, città, media. Oggi come allenatore, domani come dirigente. Diventerà come Klopp per il gruppo Red Bull o come Ibrahimovic per il Milan: una figura ascoltata, influente, il famoso elemento «senior» che orienterà le strategie a ogni livello, naturalmente concertando le decisioni con la proprietà. Ranieri è esattamente l’uomo di calcio del quale tra gli uffici di Trigoria si erano perse le tracce. E con il suo passato da allenatore-manager all’inglese, che ha voce in capitolo anche sui programmi di mercato, gli verrà naturale interpretare il ruolo suggerendo giocatori già a gennaio al direttore sportivo. Si è già visto durante la conferenza di insediamento, della quale è stato il mattatore. 

Ranieri e il sostegno 

Naturalmente un leader senza consenso è un capo senza poteri. Ecco perché nei primi giorni del suo terzo mandato da allenatore ha chiesto a tutte le persone che incontrava un supporto convinto per rilanciare la squadra. Si è rivolto ai giocatori, in primis, ma anche agli altri dipendenti che ha ritrovato o conosciuto. Da tutti ha ricevuto attestati di stima e ammirazione: il suo avvento può servire anche a ristabilire la serenità perduta. Nell’anno e mezzo di governo Souloukou, descritta come un durissimo sergente e dimissionata dai Friedkin subito dopo l’esonero di De Rossi, si era venuto a creare un clima di terrore e di confusione che ha sballottato il club. 

La missione alla Roma

Adesso però la sua priorità è conquistare punti, risultati e fiducia per allontanare le ombre. Quindici anni fa, quando Rosella Sensi lo chiamò al posto di Spalletti, cominciò con una vittoria (2-1 a Siena). Anche nel 2019, da sostituto di Di Francesco, riuscì a dare subito la scossa con il successo contro l’Empoli (sempre 2-1). Il terzo debutto si annuncia decisamente più complicato, in casa del Napoli dell’amico Conte. Ma Ranieri non vuole avvicinarsi alla trasferta con riverenza. Anzi ha preteso dal gruppo un atteggiamento positivo in vista del trittico di partite - dopo il Napoli il calendario propone Tottenham e Atalanta - che lui ha significativamente descritto come «belle» e non «dure». Proprio la bellezza, sotto forma di emozione, diventa un presupposto fondamentale per viverle con lo spirito giusto. 

La media 

In fondo Ranieri è abituato alle rincorse, anche con la Roma. Nel campionato quasi leggendario per la storia della società, il 2009/10, subentrò alla terza giornata con la squadra a zero punti e lottò per lo scudetto fino all’ultima giornata. Dopo le prime 12, pensate un po’, era a quota 13, appena un gradino più su di oggi. Quindi l’Europa rimane un traguardo possibile se i giocatori sapranno esprimere le loro qualità. Sarebbe un orgoglio anche per Sir Claudio che nelle sue 73 partite di Serie A alla Roma si è issato sul podio dietro a Spalletti e Garcia per percentuale di vittorie. Il sorpasso al secondo posto, come vedete nella tabella a fianco, non è così lontano.  


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