Drinkwater: "Ranieri porterà la Roma in Champions, farà quest'ultima impresa"

L'ex centrocampista del Leicester delle meraviglie che vinse la Premier League nel 2016 parla del suo rapporto speciale con Sir Claudio
Jacopo Aliprandi
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Era uno dei pilastri del Leicester delle meraviglie, sicuramente uno dei pupilli di Claudio Ranieri che ha combattutto contro le big inglesi per tenerlo in squadra nonostante le offerte da capogiro arrivate dopo la vittoria della Premier League. Così quando Danny Drinkwater ha sentito nominare il suo ex tecnico non ha esitato un istante: «Qualsiasi cosa per mister Ranieri, potrei parlare di lui per ore». I motivi vanno anche al di là dell’aspetto calcistico, ma di fatto Sir Claudio ha trasformato il centrocampista rendendolo tra i più forti in quella stagione 2015-2016 e sicuramente tra i più importanti per la vittoria della Premier League: «Avevo un rapporto fantastico con Ranieri durante l’esperienza al Leicester. Era una sintonia che andava oltre il semplice confronto tra giocatore e allenatore, è una persona con cui confidarsi, confrontarsi e riflettere non solo su argomenti calcistici. Posso dire semplicemente che per me è stato come un padre, un nonno e un amico, oltre che un tecnico di assoluto livello che ci ha portato a vincere un campionato».

Lei era uno dei pilastri del centrocampo del Leicester: come ha fatto Sir Claudio a valorizzare le sue caratteristiche?

«È stato bravissimo a saper gestire bene tutti i giocatori con le varie esigenze che naturalmente avevamo, sia fisiche che mentali. Una cosa estremamente importante per me ma anche per gli altri ragazzi è stato il rapporto che ha creato: da subito abbiamo avuto delle belle conversazioni nelle quali mi ha detto cosa si aspettava da me, come avrebbe voluto che giocassi, dove avrei potuto migliorare».

Ranieri è stato importante anche come sorta di mental coach?

«Sì, perché è riuscito sempre a mantenere la massima concentrazione ma al tempo stesso ci ha trasmesso serenità. Man mano che vincevamo le partite e che quindi l’idea di poter arrivare fino in fondo diventava sempre più concreta, Ranieri riusciva comunque a mantenere un ambiente rilassato, tranquillo, liberato dalla tensione, dalla paura, dal pensiero che quel sogno si infrangesse da un momento all’altro. Poi però quando ci chiedeva di spingere noi tutti ci trasformavamo e si accendeva un fuoco dentro di noi che ci rendeva i più forti, sia in allenamento che in partita. Spero che possa fare lo stesso anche alla Roma».

E allora chi l’ha impressionata di più, il Ranieri “psicologo” o l’allenatore?

«Prima di tutto Claudio è un grande uomo, e questo credo sia l’aspetto più importante nella vita ma anche nel calcio. Perché altrimenti non sarebbe riuscito a compiere questo capolavoro. Poi è un grande allenatore, e questo si collega alle sue doti umane».

Ranieri ha deciso di accettare quest’ultima grande sfida alla Roma.

«Ha sicuramente un valore sentimentale importante, ed è il principale aspetto per cui ha deciso di ritornare in panchina. È davvero bello rivederlo con i colori del club che ama, sono sicuro che i giocatori penseranno lo stesso. Spero possa portare il club dove merita di stare: in Europa assolutamente, ma la Roma è un club che dovrebbe stare sempre in Champions League. Riuscirà in quest’ultima impresa».

Stasera c’è il Tottenham che lei e Ranieri conoscete bene e che avete battuto in quella straordinaria corsa al titolo.

«Sarà una partita difficile. Entrambe le squadre hanno ottimi giocatori ma vivono momenti diversi. Il Tottenham ha giocato una partita incredibile contro il Manchester City e sicuramente sarà trascinato nel suo stadio da questa ondata di positività. Speriamo che sia una bella partita, di certo lo sarà per me». Ride.

L’accoglienza dei tifosi del Tottenham a Ranieri non sarà proprio calorosa…

«Non lo so, qui tutti lo rispettano per quello che ha fatto. Chiaro, gli Spurs hanno perso il titolo per colpa nostra, ma tutti sono rimasti ammaliati da quella favola e credo che anche i tifosi degli Spurs, come tutti gli appassionati di calcio, rispettino il mister. Sono sicuro che l’accoglienza sarà positiva. Non vedo l’ora di rivederlo su un campo inglese. Devo ammettere che ci siamo persi di vista, l’ultima volta l’ho visto quando ero al Chelsea e lui ha incontrato la squadra. Spero di rivederlo presto, continuo a seguirlo e a sostenerlo».


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