Roma, Dovbyk mette la freccia. In Europa deve migliorare

Il centravanti ha segnato solo due gol nella competizione: Artem adesso vuole essere decisivo
Roma, Dovbyk mette la freccia. In Europa deve migliorare
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Jacopo Aliprandi
4 min

Caccia all’Europa, caccia al vero Dovbyk. Serve disperatamente alla Roma per agguantare un passaggio del turno vitale per rilanciare le ambizioni della squadra, per continuare a sognare un obiettivo Champions raggiungibile soltanto col trofeo Uefa, serve anche per fare cassa e guadagnare una decina di milioni che in tempo di settlement agreement sono una boccata d’aria fresca. E allora per uscire vincitori dalla doppia sfida, Ranieri non può che fare affidamento sull’acquisto più importante dell’estate, il più costoso (per cartellino) delle ultime tre stagioni: i quaranta milioni di Dovbyk adesso devono fruttare nelle due sfide contro il Porto che possono segnare il presente e il futuro della Roma, il destino di una squadra che cerca ancora di aggrapparsi a determinati obiettivi dopo una stagione da incubo col cambio di tre allenatori e un handicap in classifica che difficilmente può portarla su, fino alla zona Champions. Artem in questa stagione ha realizzato tredici gol, uno score che tutto sommato non è affato male se paragonato agli esordi di altri centravanti in giallorosso. Dzeko, ad esempio, alla sua prima stagione in giallorosso ha totalizzato dieci gol tra campionato e coppe, Destro invece a undici così come Osvaldo. Insomma, il rendimento è sicuramente superiore a tanti attaccanti passati da Trigoria, ad altri invece deve ambire per apuntare sempre più in alto ma soprattutto per segnare gol decisivi. Perché per il momento in campionato i suoi gol hanno fruttato cinque punti, in Europa League invece tre. Quello invece nella sfida contro il Milan in Coppa Italia non è servito, sebbene in quella deludente partita lui sia entrato soltanto a inizio ripresa e, anzi, con la sua rete abbia riacceso le speranze di riacciuffare i rossoneri.

Dovbyk e i gol in Europa. I numeri e come sta

Ranieri è alla ricerca del miglior Dovbyk, quello che un anno fa è diventato il Pichichi della Liga spagnola e ha trascinato il Girona alla qualificazione storica in Champions League. Quello che ha segnato undici gol in 35 presenze con la nazionale ucraina che ha portato al secondo posto nella classifica della Nations League. Nelle competizioni Uefa ha realizzato soltanto otto reti nel corso della sua carriera, lanciata a onor del vero solamente negli ultimi anni con il suo approdo in Spagna, ora va a caccia della cifra tonda in questa doppia sfida che deve essere per lui il segnale di crescita richiesto dall’ambiente giallorosso. Va spezzata un’ulteriore lancia a favore del gigante ucraino. In assenza di un vice di spessore, con tutto il rispetto per Shomurodov, salito alla ribalta in queste ultime settimane per un paio di buone prestazioni, Artem ha dovuto stringere i denti per cinque mesi giocando con un’infiammazione al ginocchio e la tendinite, senza mai essere al 100% della sua condizione. È stato costretto a effettuare i fattori della crescita per migliorare la situazione, oltre ovviamente alle terapie alla vigilia di ogni partita senza le quali non sarebbe sicuramente sceso in campo. A conti fatti Dovbyk avrebbe preferito riposare per guarire totalmente e poi giocare in condizione, ma ha voluto esserci per la squadra e per il tecnico che lo sta aiutando a trovare il miglior feeling tattico col gruppo. Ma anche a gestirsi per evitare che quel ginocchio torni a infiammarsi: contro il Napoli e il Milan è partito dalla panchina per questo motivo, così come prima contro il Braga e l’AZ ha giocato soltanto 45 minuti. Niente calcoli invece col Porto, ma quasi sicuramente in mezzo alle due partite andrà in panchina contro il Parma. Adesso conta soltanto la sfida europea, adesso per Dovbyk conta soltanto trovare i gol pesanti. 

 

 

 


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