ROMA - Diverse telefonate. Contatti multimediali. La Roma pensa seriamente di affidare la panchina del rilancio a Gian Piero Gasperini, nell’estate del probabile divorzio dall’Atalanta. Il mandato a testarne la disponibilità, che in linea generale esiste, è arrivato direttamente dal presidente Friedkin, rapito dai risultati tecnici e finanziari della Dea, dopo un confronto con Claudio Ranieri. Deve essere davvero speciale un manager capace di vincere l’Europa League e di raggiungere la Champions, due obiettivi soltanto sfiorati dalla Roma degli ultimi anni, arricchendo nello stesso tempo le casse dell’azienda che rappresenta. Tanto più a Bergamo, dove in questo campionato hanno sognato lo scudetto fino alla scorsa settimana, con un gioco efficace e appassionante. Questo è il ragionamento ispiratore di Houston.
Avvicendamento
I primi sondaggi risalgono a qualche mese fa, quando Gasperini non aveva ancora annunciato l’intenzione di interrompere la sua storia d’amore con l’Atalanta («Non rinnoverò il contratto» in scadenza nel 2026) dopo 9 anni indimenticabili. Ranieri si è mosso, in compagnia di Ghisolfi , per cercare di capire se esistessero i margini per affidargli la Roma. Gasperini è lusingato dall’interessamento e dal direttore sportivo ha già ricevuto ampie garanzie sull’autonomia nella costruzione della squadra, nel senso che la società sarebbe pronta a mettergli a disposizione calciatori idonei alla sua cultura del lavoro. Ma è presto per parlare di candidatura unica. Da quando Ranieri è stato incaricato del ruolo di consulente personale di Friedkin, diversi nomi sono stati considerati e/o cercati. Tra loro Francesco Farioli, capolista in Olanda con l’Ajax, segnalato da Ghisolfi che lo aveva portato al Nizza. Il suo dossier è stato però archiviato, almeno per il momento. Un’altra ipotesi è Vincenzo Italiano, che sta trattando il rinnovo con il Bologna ma resta un possibile obiettivo a certe condizioni. E chissà quanti altri tecnici hanno visto accendersi lo schermo del telefonino con mittente Ranieri.