
ROMA - Era il 18 aprile 2010, Lazio-Roma. «Voi ridete e scherzate, ma provate a immaginare l’Olimpico pieno, la Roma che però gioca in trasferta e c’è in ballo lo scudetto contro l’Inter di Mourinho. Stai perdendo, Ranieri torna nello spogliatoio e con tutta la calma del mondo dice: «Vanno fuori Totti e De Rossi, dentro tu e Taddei». Io mi guardo intorno e per un momento non ci credo». Poi però Jeremy Menez in campo ci va davvero e cambia la partita. Imprendibile per la Lazio, trascinante per i suoi compagni. La doppietta di Vucinic consente alla Roma, in rimonta, di portare a casa un derby che, se non ci fosse stato il suicidio contro la Samp della settimana successiva, sarebbe stato il più importante di sempre. Quindici anni dopo di nuovo un Lazio-Roma ad aprile con Ranieri in panchina. Non ci sono scudetto e salvezza in ballo, ma l’Europa sì. E poi un derby è sempre un derby. Giusto, Menez? «Io ne ho giocati e vissuti parecchi. Quello di Roma è speciale».
Rimpianti ripensando a quello di quindici anni fa?
«Quella sensazione la ricordo come fosse adesso. Solo un allenatore gigante come Ranieri poteva decidere di togliere Checco e Daniele, due figli di Roma, all’intervallo in una partita del genere. Mamma mia, se ci ritorno con la testa mi vengono i brividi. È stato bellissimo».
Entra nel secondo tempo, la pressione enorme: sentiva le gambe pesanti?
«Mai sentite in vita mia».
Dal 2010 al 2025: c’è ancora Ranieri in panchina.
«Fatemi dire che mi è dispiaciuto tantissimo per l’esonero di De Rossi. Non lo meritava ed era solo all’inizio del suo lavoro. Poi è arrivato Ranieri...».
In realtà in mezzo c’è stato Juric.
«Sì, giusto. E la Roma andava malissimo. Meno male che il mister ha rimesso le cose nel verso giusto».
L’ha incontrato a Milano qualche settimana fa: come lo ha trovato?
«Sempre uguale. Sempre carico. Avere un allenatore così è tanta roba (testuale, ndr) perché conosce il calcio, i giocatori e sa fare le cose che servono».
Chi dovrebbe prendere la Roma per la prossima stagione in panchina?
«Per i risultati, e la persona che è, io terrei Ranieri, poi però so che lui non vuole continuare. Allora penso sia giusto che abbia voce in capitolo per la scelta del prossimo allenatore perché è uno che conosce il calcio».
A lei piacerebbe fare l’allenatore?
«Non lo so ancora, ho smesso da un anno, devo compierne 38, sto vedendo e capendo cosa mi riserverà il futuro».