Pagina 2 | Roma, reagire non basta: così la Champions è impossibile
Roma, quanti punti persi negli scontri diretti
Appena il livello sale, i difetti si notano più dei pregi: se in quattro anni raccogli solo 47 punti su 168 negli scontri diretti, il 28 per cento del totale, non sei competitivo per i grandi obiettivi. E se non sei competitivo è perché gli altri - meglio, prima uno e poi un altro a seconda delle stagioni - sono più forti.
Roma, non bastano le rimonte di Ranieri
Ranieri è un grande allenatore e una persona sincera. Dopo la partita contro la Juventus ha sorriso amaro quando è stato sollecitato sulla differenza tra la rosa della Roma, per giunta depotenziata dall’infortunio di Dybala, e gli organici che puntano alla Champions League. «Il gap c’è» ha ammesso Ranieri, che con le sue capacità è riuscito a rivitalizzare giocatori ormai fuori dai radar (Shomurodov, Celik, ora Soulé) e a restituire l’anima a un gruppo spento e svuotato. Così si spiegano le 11 rimonte riuscite nella sua gestione. Ma neanche uno chef stellato, per usare una sua espressione, può fare miracoli senza gli ingredienti giusti. Entrando in corsa, Ranieri ha migliorato la fase difensiva e trasferito alla squadra la sua mentalità battagliera. Gli è servito a ottenere risultati impensabili, almeno in campionato, con una squadra buona ma non ottima e con la classifica compromessa. In tanti sostengono che se il suo kit di pronto soccorso fosse arrivato prima a Trigoria, invece che a novembre, la Roma avrebbe guarito le ferite in tempo per aggredire il vertice. Ma non ha senso pensarlo. E’ più utile invece cercare di ricordare tutti gli errori che hanno obbligato Ranieri a tornare in panchina. Sir Claudio completerebbe un’impresa se riuscisse a lasciare in eredità un piazzamento europeo. Ma poi dovranno essere altri a occuparsi degli step successivi: il circolo vizioso, senza i soldi della Champions non si va in Champions, può essere interrotto con le idee. Chiedere a Napoli, Atalanta, Bologna, che spendono meno e si divertono di più.