Pagina 2 | Roma, rivoluzione Gasperini: il lavoro tattico, la comunicazione, il rapporto con Massara
La comunicazione
Il primo impatto fa la differenza. Nel giorno della sua presentazione alla stampa, Gasperini ha risposto con una battuta a chi gli chiedeva conto dei suoi difetti. "Faccio fatica a trovarne. Forse me la prendo troppo, ma non so mica se è un difetto". Quel sorriso ha cambiato la narrazione dell’allenatore antipatico e permaloso. Da Bergamo è arrivato un tecnico sereno e consapevole, che parla chiaramente, che non nasconde malumori e neppure certi pensieri a volte un po’ scomodi. Ad esempio, quando a fine agosto gli hanno chiesto quale fosse il ruolo giusto per Pellegrini, ha preso la palla al balzo per spiegare una volta per tutte la linea della proprietà - che ha fatto del silenzio una strategia - sul futuro del ragazzo. "È evidente che la Roma non voglia allungare il contratto a Pellegrini ed è evidente che lui ha bisogno di giocare. Se trova una situazione adeguata, è contenta anche la società". A fine mercato, visto che Lorenzo è rimasto pur perdendo la fascia (anche qui chiarezza: per Gasp contano le presenze ed El Shaarawy e Cristante ne hanno di più) ha aggiunto: "Voglio recuperarlo e come lui anche Dovbyk". Gian Piero non si è mai nascosto neppure quando ha illustrato le lacune dell’ucraino, oltre a quelle della rosa. «Il nostro obiettivo dipenderà da quanto saremo competitivi in attacco», disse a inizio agosto. Più chiaro di così...