Pagina 3 | Roma, rivoluzione Gasperini: il lavoro tattico, la comunicazione, il rapporto con Massara
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Cosa si sono promessi Dan Friedkin e Gian Piero Gasperini quando si sono stretti la mano? Di sicuro un paio di stagioni per modellare un progetto, certamente la necessità di ripartire da calciatori giovani per creare valori e plusvalori e, al tempo stesso, l’esigenza di rinforzare la squadra per poter ambire a vincere. "Siamo allineati", ha confermato l’allenatore in un’inedita intervista di fine mercato, durante la quale ha gettato acqua sul fuoco mettendo però pure qualche puntino sulle i. Gasperini aveva bisogno almeno di un altro attaccante e non lo ha avuto. "C’è gennaio", il suo assist. In qualsiasi caso, "Ghilardi e Ziolkowski sono l’esempio di ciò che vogliamo fare e il motivo per cui mi hanno scelto". Nessuno ha perso il focus, tanto meno Gasp: la rassicurazione più importante che la società gli ha dato quando l’ha convinto a scegliere Trigoria anziché la Juve, che pure l’aveva corteggiato con un tentativo disperato, è legata al tempo, il tempo di costruire una Roma a propria immagine e somiglianza. Se i risultati non dovessero arrivare, almeno nell’immediato, l’allenatore si aspetta dunque che dall’alto non vengano a chiedergliene il conto. Non è questione di alibi, quanto di sincerità reciproca. Annunciandolo come nuovo tecnico giallorosso il 6 giugno, la società ha parlato di "tattiche innovative, cultura del lavoro e una straordinaria capacità di valorizzare i giocatori". Ecco perché "è l’uomo giusto" per questo progetto. Ranieri sarà la sua garanzia: il senior advisor del club l’ha scelto e dovrà proteggerlo quando e se ci sarà burrasca.