Capello e le parole a sorpresa su Gasperini a Roma: "Fino a che era all'Atalanta..."

L'ex allenatore sembra trovare molte affinità con il nuovo tecnico giallorosso: ecco cosa pensa
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Il mister dei mister Fabio Capello, colui che ha allenato i più grandi caciatori (da Baggio a Ronaldo, Francesco Totti e Ibrahimovic) e i club più importanti di tutto il calcio internazionale (dalla Juve al Milan e Real Madrid) in un’epoca in cui il calcio era al suo apice. Difficile, quasi impossibile, trovare un suo erede in panchina. Eppure forse c'è un tecnico che in questo momento non solo ha attirato la sua attenzione, ma ha catalizzato gli occhi della Serie A per un questo inizio di stagione sorprendente. Ed è Gian Piero Gasperini, che è riuscito a portare la Roma in vetta alla classifica di campionato, centrando 4 vittorie su 5 partite giocate (senza contare l'esordio trionfante in Europa League contro il Nizza per 2-1) e spazzando via per ora gli scetticismi e i dubbi sulla scelta di Ranieri e dei Friedkin. Capello ospite del nuovo episodio del podcast di Alessandro Cattelan, Supernova (realizzato in collaborazione con Coramedia), ha elogiato l'operato dell'allenatore di Grugliasco, riscontrando non poche affinita con il suo modo di lavorare in un ambiente che anche lui conosce molto bene. 

Le difficoltà di Roma gestite bene da Gasperini

"Dall'esigenza che vedo in tutte le squadre in cui è andato Gasperini secondo me è uno di quelli un po' anche lui come me, molto mirato nell'ottenere dai giocatori le cose che pensa siano imporatanti per la squadra. Lo dico perché finché lui era all'Atalanta era in un posto comodo sotto un certo aspetto, in un certo senso anche protetto. Conoscendo bene quella difficoltà di Roma, lo vedo che è entrato subito a piedi pari e quindi si vedono già i risultati. Per cui mi sembra molto positivo", ha detto Don Fabio che nella Capitale ha vinto il terzo scudetto giallorosso nella stagione 2000-2001.

Il no alla panchina dell'Italia

 "Non lo sentivo giusto in quel momento e ho detto di no. Stavo allenando già dei club. Non mi è mai dispiaciuto. La Nazionale la sento come non mai, a casa mi alzo in piedi e canto l'Inno quando c'è la partita. Una delle cose più belle della mia carriera è quando ho segnato contro gli Inglesi a Wembley, abbiamo vinto e ho dedicato il gol ai 20mila camerieri. Quando siamo stati eliminati in Germania è stata la cosa più brutta. Ci urlavano di tutto contro. Quando vedo i calciatori della Nazionale giocare senza sangue, senza voglia, mi fa male", ha concluso Capello in merito al no alla panchina azzurra nel 2016, come già svelato in passato.


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