Dybala adesso è al top: Paulo fa una promessa alla Roma

Le doppie sedute, l’intesa con Soulé e Pellegrini e l’attesa di Gasperini. L’argentino ha un sogno: vincere un trofeo in giallorosso. È già caldo per l’Inter
Giorgio Marota

ROMA - Provate a immaginare un campione del mondo che studia il calendario della Coppa Italia per comprendere quante possibilità abbia la Roma di arrivare fino in fondo, con il solo obiettivo - dichiarato - di conquistare il prima possibile un trofeo con la squadra che ormai ama visceralmente. Il Torino agli ottavi, i possibili quarti con l’Inter, il derby solo in finale. Tosta, certo, ma resta quello il percorso più breve per chiudere la stagione con un sorriso e riaprire quella bacheca che Paulo, piangendo lacrime amare nella notte di Budapest, ha lasciato socchiusa. Tra una doppia seduta e un’ecografia, in attesa di diventare papà per la prima volta, la vita di Dybala in questi giorni sembra un’altalena emotiva con un focus ben chiaro: tornare a fare quello che in campo gli riesce meglio, cioè far alzare i tifosi dal divano o dai seggiolini con le sue giocate. Prima viene l’aspetto tecnico, poi quello contrattuale. Entro la fine di ottobre inizieranno infatti i colloqui per il rinnovo, un argomento che però non angoscia il ragazzo. Prima di mettersi a parlare di cifre (saranno più basse di quelle attuali) e di prospettive, Dybala vorrebbe tornare a incidere in campo. Il gol gli manca dal 20 febbraio (doppietta al Porto), il 200° in carriera è dunque nel mirino da otto mesi circa. Più che la rete in sé, a mancargli è stata soprattutto la continuità di rendimento a causa - in primis - dell’intervento di fine marzo al tendine e - successivamente - della lesione alla coscia che gli ha fatto già saltare il derby di settembre. Sul suo conto Gasperini è stato chiaro: «È il calciatore con più qualità». Uno così, se sta bene, avrà sempre un posto nell’undici. Quando gli hanno chiesto se poteva giocare in coppia con Soulé, visto che sono entrambi mancini, l’allenatore ha risposto che uno come lui «non può essere rinchiuso in un’aiuola». Quel fiore è capace di mettere radici e prosperare in ogni zona del prato verde.


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La preparazione di Dybala

Paulo e Matias alle spalle di Dovbyk: contro l’Inter, sabato sera, si dovrebbe proprio ripartire da qui. Il trentunenne di Laguna Larga tornerebbe dall’inizio a distanza di oltre un mese dalla sfida contro il Torino, quella in cui ha giocato da falso nove. Nei quarantacinque minuti che hanno preceduto il suo infortunio, è stato il calciatore più pericoloso della Roma. Contro Lazio, Nizza, Verona e Lilla è rimasto a guardare, nel frattempo però ha lavorato a testa bassa per recperare dal ko, sottoponendosi a una nuova preparazione atletica. In questo modo ha aumentato la massa muscolare, ha rinforzato i quadricipiti e si è anche sottoposto a un regime alimentare specifico. Oltre ai doppi allenamenti, ha infine curato ogni minimo dettaglio fuori dal campo grazie al sostegno di un preparatore di fiducia. Così ha ritrovato la brillantezza fisica, come ha dimostrato nella mezz’ora di Firenze in cui ha duettato con Pellegrini. Per i suoi standard elevati, al Franchi è come se si fosse solo riaffacciato sulla scena. Ma è all’Olimpico, contro un avversario al quale ha segnato 5 volte in carriera ma che la Roma in casa non batte dal 2016, che punta davvero a tornare.

Dybala, simbolo giallorosso

Il pubblico lo accoglierà con la solita standing ovation. Il suo nome, si sa, non passa mai di moda. Ed è quello più gettonato sulle maglie, che la Roma vende in tutto il mondo soprattutto quando sulla schiena c’è la scritta “Dybala” e il numero “21”. Il talento di Paulo abbatte le differenze di status, connettendo ad esempio vip di Hollywood come Timothée Chalamet e Mel Gibson, star della musica come Damiano David e sportivi come Di Giannantonio, Cobolli e i campioni del padel, recentemente entusiasti per la visita di Paulo e della moglie Oriana a Milano, a oltre due milioni di comuni tifosi giallorossi. Dybala piace perché, da Dieci in via d’estinzione, riconcilia il tifoso all’essenza stessa del gioco: la bellezza del gesto tecnico. Anche per questo motivo è parecchio complesso immaginare una Roma senza Joya dal 1° luglio 2026.


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ROMA - Provate a immaginare un campione del mondo che studia il calendario della Coppa Italia per comprendere quante possibilità abbia la Roma di arrivare fino in fondo, con il solo obiettivo - dichiarato - di conquistare il prima possibile un trofeo con la squadra che ormai ama visceralmente. Il Torino agli ottavi, i possibili quarti con l’Inter, il derby solo in finale. Tosta, certo, ma resta quello il percorso più breve per chiudere la stagione con un sorriso e riaprire quella bacheca che Paulo, piangendo lacrime amare nella notte di Budapest, ha lasciato socchiusa. Tra una doppia seduta e un’ecografia, in attesa di diventare papà per la prima volta, la vita di Dybala in questi giorni sembra un’altalena emotiva con un focus ben chiaro: tornare a fare quello che in campo gli riesce meglio, cioè far alzare i tifosi dal divano o dai seggiolini con le sue giocate. Prima viene l’aspetto tecnico, poi quello contrattuale. Entro la fine di ottobre inizieranno infatti i colloqui per il rinnovo, un argomento che però non angoscia il ragazzo. Prima di mettersi a parlare di cifre (saranno più basse di quelle attuali) e di prospettive, Dybala vorrebbe tornare a incidere in campo. Il gol gli manca dal 20 febbraio (doppietta al Porto), il 200° in carriera è dunque nel mirino da otto mesi circa. Più che la rete in sé, a mancargli è stata soprattutto la continuità di rendimento a causa - in primis - dell’intervento di fine marzo al tendine e - successivamente - della lesione alla coscia che gli ha fatto già saltare il derby di settembre. Sul suo conto Gasperini è stato chiaro: «È il calciatore con più qualità». Uno così, se sta bene, avrà sempre un posto nell’undici. Quando gli hanno chiesto se poteva giocare in coppia con Soulé, visto che sono entrambi mancini, l’allenatore ha risposto che uno come lui «non può essere rinchiuso in un’aiuola». Quel fiore è capace di mettere radici e prosperare in ogni zona del prato verde.


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