Roma, perché può essere il Dybala più forte di sempre

Lo spirito di rivalsa rispetto alla dirigenza della Juve, che lo ha liquidato troppo in fretta, può diventare il carburante per il miglior Paulo
Roma, perché può essere il Dybala più forte di sempre© AS Roma via Getty Images
Fabio Massimo Splendore
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ROMA - Sarà la Juve la forza di Paulo Dybala. Detta così va spiegata. Ma entrando dentro questo percorso del cuore e dell’anima, al di là degli aspetti tecnici del nuovo viaggio della Joya nella nostra Serie A, alla Roma, si finisce per capire che proprio il recente passato sarà una delle chiavi per leggere il presente e l’immediato futuro. E forse non sarà nemmeno un caso che alla fine la scelta dell’argentino sia caduta su una rivale storica della Juventus, quella che negli Anni Ottanta assunse questo ruolo attraverso la dicotomia Viola-Boniperti, le sfide scudetto, il gol di Turone e le lotte greco-romane Pruzzo-Brio: per non perderlo mai più. Girovagando per il calciomercato più di un addetto ai lavori “off records” ha detto senza mezzi termini. che l’operazione Dybala, così come la Roma l’ha strutturata, sia una prodezza finanziaria. E assolta la doverosa standing ovation a Mourinho per l’opera di stimolo (e non solo, molto di più), tutti riconoscono a Tiago Pinto (con i Friedkin alla spalle) il merito di aver costruito quel castello ammaliante, culminato con la partecipazione del giocatore e del suo entourage alla clausola rescissoria: una partnership. Merito ineccepibile.

La rivincita

Fin qui la parte finanziaria, che meno appassiona i tifosi. Arriviamo a Dybala in campo, a quello che sarà lecito aspettarsi da lui. Per tornare a quell’aspetto motivazionale, dell’anima, che appartiene all’argentino dagli occhi di ghiaccio e dal carattere molto orgoglioso. Restare in Serie A era quello che voleva. Perché? Per dimostrare. A chi? Alla dirigenza bianconera. Che cosa? Di averlo mollato con troppa facilità, probabilmente troppo in fretta. Mentre il popolo (bianconero) pensava e trasmetteva altro. Pensate alle ipotesi maturate in questi mesi: l’Inter, per la Juve la rivale di sempre - con i rivoli di bile di Calciopoli a invelenire il tutto - e poi la Roma, la rivale acquisita. Magari per tornare ad accendere davvero questa rivalità, contendendosi qualcosa che conta. Ecco la molla. Il Dybala che ti aspetti (e che non ti aspetteresti) in questa stagione alle porte è quello con dentro la cattiveria che forse gli è sempre mancata rispetto al talento che è da sempre il suo pane. La Juve (la dirigenza) lo ha per certi versi “incattivito”, quel sentirsi spinto fuori dalla porta per girarsi e, dopo quasi quattro mesi passati ad arrovellarsi il cervello, trovare chi ti apre un portone per farti abbracciare da sessantamila cuori impazziti di te (i diecimila di ieri al Colosseo quadrato sono stati un assaggio da brividi). Quel voler dimostrare e dire ad ogni partita “vi siete sbagliati” sarà il carburante nel motore della sua avventura alla Roma. Tanto da fargli mettere in gioco la parte economica (che è sempre un signor salario in questi tempi terribili, ma un terzo rispetto a quello a cui ambiva). Tutto ciò Mourinho lo sapeva bene e lo sa. E (anche ) per questo lo ha voluto. Perché questa roba qui, abbinata al talento, può regalare alla Roma e ai romanisti un Dybala come non lo si è mai visto. Vuole essere il miglior Dybala. Può diventarlo davvero.

P.S. A chi sottilizza ed eccepisce sulla clausola bassa da 20 milioni - a parte il consiglio di andarsi a leggere come sia contingentata - consigliamo di concedersi un pensiero equilibrato: primo, da qualche parte bisognava “lasciare” qualcosa; secondo, in questo mercato così complesso - ma tant’è - Dybala vagava senza squadra e libero da vincoli da fine marzo. Perché dare per scontato che a 20 milioni tra un anno ci sia la fila? Soprattutto sapendo che ci si potrà provare a difendere...


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