La Roma oltre Dybala: c’è un dato sorprendente e incoraggiante 

La dipendenza dei giallorossi dalla Joya sembra diminuita: la squadra sta imparando a vincere le partite anche senza Paulo
Roberto Maida

Non c’è trucco, non c’è inganno. La Roma sta imparando a vincere le partite anche senza Paulo Dybala. Non dover rimpiangere ogni secondo l’infortunio del giocatore più forte non significa affermare che sia meglio non averlo: questa panzana la lasciamo volentieri ai provocatori delle piazzette del web. Basti pensare alla sfida contro il Porto, che Dybala ha praticamente vinto da solo. Però è giusto riconoscere che nell’incredibile rimonta organizzata da Ranieri la dipendenza sia stata contenuta. Merito dell’allenatore, certo, ma anche della squadra che si è adattata all’assenza eccellente valorizzando altre risorse. Collettive. 

Roma, il dato incoraggiante senza Dybala

I numeri, anche prima dell’avvento di Ranieri, ci raccontano persino valori paradossali in campionato: nelle 16 giornate in cui Dybala è partito titolare, la Roma ha contabilizzato 27 punti, media 1,6; nelle 14 in cui Paulo è mancato oppure è entrato dalla panchina (concluse con 7 vittorie giallorosse), i punti sono stati 25, alla media di 1,74. Il confronto non tiene conto ovviamente degli avversari: a volte Dybala è rimasto a riposo tre giorni dopo una partita di Europa League per non affaticarsi in contesti che si potevano gestire anche con un surrogato, tipo Soulé che ha portato 4 punti in classifica con i gol segnati a Parma ed Empoli. Però nei primi due anni i pit-stop per il cambio gomme rovinavano totalmente il gran premio. Si spegneva la luce, per ricordare un’espressione cara a Mourinho. Adesso invece la Roma si comporta da squadra, reagisce da blocco unico alle difficoltà, prova a trasformare le necessità in virtù


© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Dybala

Roma, Ranieri valorizza i giocatori a disposizione

Ranieri spera che duri, pur sapendo che nei tanti scontri diretti che l’attendono la qualità del campione ne avrebbe sostenuto le ambizioni europee. Forse non si sarebbe aspettato neanche lui di esultare per un gol di Shomurodov o per l’improvvisa scossa di Dovbyk, grazie al quale la Roma ha vinto tre delle ultime quattro partite (reti decisive contro Como, Cagliari e Lecce). Nel frattempo però sta massimiazzando il rendimento di tanti calciatori, come Angeliño che Ghisolfi ha riscattato in estate per 5 milioni e che recentemente Nico Williams ha definito «un crack». Ha ricostruito mentalmente Celik, diventato insostituibile come centrale difensivo dopo essere stato per due stagioni il terzino destro di riserva (della riserva). Soulé, come si accennava prima, gioca ora con maggiore fiducia, rischiando le giocate. Paredes è tornato il fulcro del centrocampo, tanto da ritardare di un anno il ritorno al Boca Juniors. All’appello manca ormai solo il capitano, Lorenzo Pellegrini, che non ha sfruttato l’occasione-rilancio di Lecce. Ma Ranieri non intende perderlo: il suo talento è una componente ineliminabile per lo sprint finale, soprattutto in mancanza di Dybala. 

Dybala, supporto fuori dal campo

Già ma come sta Dybala? Si sta curando a una settimana dall’operazione di Londra. Non ha seguito in trasferta i compagni a Lecce, perché i medici gli hanno prescritto qualche giorno di riposo dopo l’intervento. Ieri ha festeggiato la nascita del terzo figlio dell’amico Paredes. Ma la sua intenzione è andare domenica allo stadio per assistere alla partita contro la “sua” Juventus. Intanto si sposterà da casa a Trigoria, camminando sulle stampelle, per manifestare la vicinanza alla squadra. Ranieri lo vuole accanto come capitano non giocatore, perché trasmetta positività allo spogliatoio fornendo consigli e supporto. Quando tornerà? «Quando sarà giusto - ha spiegato Ranieri pochi giorni fa - senza accelerazioni e senza ritardi». La Roma lo aspetta a braccia aperte. «Paulo sarà centrale anche nella prossima stagione, visto che ha rinnovato il contratto». Parola di Ghisolfi, che non si aspetta sorprese di mercato stile Arabia pure l’estate prossima. Meglio così, perché forse i numeri non dicono tutta la verità


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Non c’è trucco, non c’è inganno. La Roma sta imparando a vincere le partite anche senza Paulo Dybala. Non dover rimpiangere ogni secondo l’infortunio del giocatore più forte non significa affermare che sia meglio non averlo: questa panzana la lasciamo volentieri ai provocatori delle piazzette del web. Basti pensare alla sfida contro il Porto, che Dybala ha praticamente vinto da solo. Però è giusto riconoscere che nell’incredibile rimonta organizzata da Ranieri la dipendenza sia stata contenuta. Merito dell’allenatore, certo, ma anche della squadra che si è adattata all’assenza eccellente valorizzando altre risorse. Collettive. 

Roma, il dato incoraggiante senza Dybala

I numeri, anche prima dell’avvento di Ranieri, ci raccontano persino valori paradossali in campionato: nelle 16 giornate in cui Dybala è partito titolare, la Roma ha contabilizzato 27 punti, media 1,6; nelle 14 in cui Paulo è mancato oppure è entrato dalla panchina (concluse con 7 vittorie giallorosse), i punti sono stati 25, alla media di 1,74. Il confronto non tiene conto ovviamente degli avversari: a volte Dybala è rimasto a riposo tre giorni dopo una partita di Europa League per non affaticarsi in contesti che si potevano gestire anche con un surrogato, tipo Soulé che ha portato 4 punti in classifica con i gol segnati a Parma ed Empoli. Però nei primi due anni i pit-stop per il cambio gomme rovinavano totalmente il gran premio. Si spegneva la luce, per ricordare un’espressione cara a Mourinho. Adesso invece la Roma si comporta da squadra, reagisce da blocco unico alle difficoltà, prova a trasformare le necessità in virtù


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