Arrestato Massimo Ferrero: Sampdoria non coinvolta

Il presidente è finito in manette per reati societari e bancarotta: ai domiciliari figlia e nipote. L'avvocato: "Trattato peggio di Riina"
Arrestato Massimo Ferrero: Sampdoria non coinvolta© LAPRESSE
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Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, è stato arrestato a Milano dalla Guardia di Finanza nell'ambito di una inchiesta della procura di Paola per reati societari e bancarotta ma la squadra ligure non è coinvolta nelle indagini. Per altre 5 persone (tra cui Vanessa e Giorgio Ferrero, rispettivamente figlia e nipote del presidente) sono stati disposti i domiciliari. 

Massimo Ferrero arrestato: parla l'avvocato

L'arresto di Ferrero è legato al fallimento di quattro società nel settore alberghiero, turistico e cinematografico con sede in provincia di Cosenza. Si tratta della Ellemme Group srl, di Blu Line srl, della Blu Cinematografica srl, tutte dichiarate fallite nel 2017. A queste si aggiunge la Maestrale, fallita nel 2020. "Lo stanno trattando peggio di Totò Riina". Così l'avvocato Pina Tenga, difensore del presidente della Sampdoria. "Non ho idea di dove si trovi il mio assisto e soprattutto in che condizioni di salute sia. L'ho sentito per l'ultima volta alle 10.30 questa mattina. Da notizie di stampa ho appurato che sarebbe stato trasferito nel carcere di San Vittore a Milano. Ho contattato l'istituto penitenziario, l'ultima volta alle 14.59, ma mi hanno comunicato che non si trova lì. Ho fatto richiesta alla Procura di Paola di trasferimento a Roma con una istanza per presenziare alla perquisizione e all'apertura di una cassaforte ma mi è stato detto che non è possibile procedere in quanto, in base ad una relazione degli operanti che hanno proceduto all'arresto, Ferrero ha affermato di essere affetto da alcune patologie". 

Ferrero ancora in caserma a Milano

Massimo Ferrero al momento si trova ancora in una caserma della Guardia di Finanza a Milano. Nei suoi confronti è stata disposta la custodia cautelare in carcere ma al momento non è ancora stato trasferito a San Vittore in quanto i magistrati devono decidere se accogliere o meno la sua istanza di trasferimento a Roma.

La ricostruzione della vicenda

Una delle società coinvolte à la Ellemme group Srl, azienda che secondo i magistrati si sarebbe accollata complessivamente un debito di oltre un milione e 200mila euro che diverse società del gruppo avevano verso Rai Cinema Spa, "rinunciando così ad incassare i crediti dalla stessa vantati nei confronti di Rai Cinema Spa senza richiedere alcuna controprestazione e senza pattuire interessi-corrispettivi". Una mossa che, si legge nelle carte "cagionava il dissesto della società Ellemme Group Srl." Tre sono i capi d'imputazione che ricostruiscono la vicenda. L'amministratore unico della Ellemme risulta essere Vanessa Ferrero, ma il presidente della Sampdoria, dice la procura, è l'amministratore di fatto. Lo stesso Ferrero, sempre secondo le indagini, risulta anche essere stato nel corso degli anni amministratore unico della Global Media srl, presidente del Cda di Mediaport spa e amministratore unico di Mediaport Cinemas Srl, mentre la figlia è stata anche amministratore unico della Ferrero Cinemas srl. Per quanto riguarda il primo episodio, la Ellemme si sarebbe accollata un debito complessivo di 806mila euro che la Global Media srl, Mediaport Spa e Ferrero Cinemas avevano nei confronti di Rai Cinema; nel secondo capo di imputazione, il debito che finisce sulle spalle della Ellemme è di quasi 209mila euro (contratto da Mediaport srl e Mediaport Cinema) mentre nel terzo ammonta a oltre 239mila accumulati da Mediaport Cinema e Ferrero Cinemas.

La figlia di Ferrero ai domiciliari

Vanessa Ferrero avrebbe sottratto oltre 740mila dalle casse della società per "procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto e recare pregiudizio ai creditori". E' quanto scrive il Gip del tribunale di Paola in uno dei capi d'imputazione nei confronti della figlia di Massimo Ferrero, posta ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere il presidente della Sampdoria. Dal gennaio del 2011 al dicembre del 2012, si legge nell'ordinanza, "con ripetuti prelevamenti dai conti correnti bancari nella disponibilità della Ellemme Group Srl, sia in contante che a mezzo assegni, distraeva l'importo di 740.520 euro". 


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