Dionisi: "Sassuolo, bisogna partire subito forte: stagione con tanti rebus"

Intervista all'allenatore neroverde: "Non si può aspettare e migliorare alla distanza: con questo calendario sarà come avere due campionati. Cresceranno le squadre di medio livello"
Dionisi: "Sassuolo, bisogna partire subito forte: stagione con tanti rebus"© LAPRESSE
Giorgio Coluccia
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Un rush iniziale già ad agosto, una sosta infinita piantata nel bel mezzo del campionato, un mercato aperto più a lungo a torneo in corso. La stagione del Mondiale in Qatar riserva incognite e punti interrogativi. Un mondo nuovo - da esplorare e con cui convivere - per tutti gli allenatori di Serie A. Anche per Alessio Dionisi alla guida del Sassuolo.

Dionisi, come si affronta una stagione così atipica e senza precedenti? 
«Sarà una prima volta per tutti. Non so nemmeno se sarà l’ultima perché il calcio si adegua ai cambiamenti, si evolve. Il Covid ci ha insegnato a rimodellare tutto, ci ha cambiato la vita, abbiamo iniziato a lavorare da casa e a fare la spesa senza uscire. Magari il Mondiale a dicembre ci insegnerà qualcosa di nuovo. Rappresenta un'incognita, ma sarà sicuramente stimolante».

Quali sono le anomalie che potrebbero scombussolare tutto? 
«Sono due. Il campionato inizia prima, sembrano solo pochi giorni, ma non è poco. La preparazione non si può anticipare troppo altrimenti si esagera quindi bisogna essere più efficaci e prestativi all’inizio perché ci saranno davvero due campionati distinti. L’altra anomalia è che si giocherà già da Ferragosto e non è mai successo».

Il mercato aperto così a lungo quali insidie nasconde? 
«Non è una bella cosa. Non aiuta a portare equilibrio nella squadra, a concentrarsi durante la settimana perché nel frattempo le chiacchierare prima e dopo le partite vanno avanti a discapito della concentrazione. Bisognerà conviverci, come in tutte le cose bisogna prendere pro e contro di questo mondo. Di certo il mercato non facilita il lavoro di gruppo. In un mondo ideale non lo vorrei però c’è e bisogna conviverci».

Come e quanto cambierà la preparazione atletica? 
«Saranno molto più concentrate. Bisognerà pensare anche a una seconda preparazione invernale, a un mini ritiro da organizzare in funzione della squadra a disposizione e dei nazionali che ogni squadra riuscirà a trattenere. Il Mondiale non è come il periodo della sosta per le nazionali. Dura un mese, ci vanno solo le squadre qualificate e non tutte come per le qualificazioni».

Meglio partire al massimo già ad agosto o crescere nel tempo in ottica Mondiale? 
«Non c’è tempo di dire aspettiamo, partiamo piano e poi veniamo fuori alla distanza. Se parti bene puoi trovare continuità, l’entusiasmo aumenta e i risultati continuano ad arrivare. In una situazione così atipica si pensa al breve termine, i carichi saranno gestiti in funzione di un inizio anticipato e super denso. Non ci si è allenati mai per essere al top a febbraio, si vogliono i punti subito per continuare a far punti anche dopo. Quest’anno si parte prima e ci si fermerà di più durante la stagione».

Il calendario ancora più fitto per le big impegnate in Europa potrà giocare a favore delle cosiddette piccole? 
«Tra queste squadre il gap è decisamente ampio. Dipenderà dagli organici, dalle tante partite ravvicinate. Può essere un fattore in grado di influire sui risultati. Di certo le squadre di medio livello vorranno crescere, sarà interessante l’approccio di tutti e potrà portare maggiore equilibrio e quindi più spettacolo. Bisognerà vedere nei momenti topici come saranno messe le rose perché a un certo punto anche le big con l’organico ridotto potrebbero accusare la fatica nelle gambe».


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